VECCHIE PAGINE DI TEOSOFIA

 La giovane Madame Blavatsky incontra il suo Maestro

 di Mary K. Neff

La Contessa Wachtmeister racconta di come “durante la sua giovinezza ella [H.P.B.] abbia visto sovente vicino a sé una forma astrale, che sembrava apparire sempre nel momento del pericolo e la salvava proprio nell’istante critico

 H.P.B. aveva imparato a considerare questa forma astrale come un angelo custode ed a sentire di essere sotto la Sua protezione e la Sua guida”1.

Ella incontrò fisicamente questa “forma astrale” a Londra.

Lasciamole il racconto di questo avvenimento, come ne scrisse al signor Sinnett: “Ho visto il Maestro fin dalla fanciullezza, nelle mie visioni.

Nell’anno del primo Ambasciatore nepalese (quando?-2) l’ho visto e riconosciuto due volte. La prima egli si staccò dalla folla, orinandomi di incontrarlo ad Hyde Park”3.

La Contessa Wachtmeister ha riportato in maniera più esaustiva l’incontro: “Mentre ella era a Londra, nel 1851… un giorno stava passeggiando quando, con sua meraviglia, vide un alto indù lungo la strada, con alcuni principi indiani. Immediatamente lo riconobbe come la stessa persona che aveva visto in astrale. Il suo primo impulso fu quello di lanciarsi avanti per parlargli, ma egli le fece segno di non muoversi e restò ferma come sotto incantesimo mentre lui passava.

Il giorno seguente ella si recò ad Hyde Park per una passeggiata… alzando lo sguardo vide la stessa forma che si stava avvicinando e poi il suo Maestro le disse di essere venuto a Londra con i principi indiani per un’importante missione e di essere desideroso di incontrarla personalmente poiché gli serviva la sua cooperazione per un lavoro che stava per intraprendere. Poi le disse come avrebbe dovuto essere istituita la Società Teosofica4 e voleva che lei ne fosse la fondatrice.

Schematizzò brevemente tutti problemi che ella avrebbe dovuto affrontare e le disse anche che avrebbe dovuto trascorrere tre anni in Tibet per prepararsi all’importante incarico. Dopo tre giorni di serie considerazioni e consultazioni con suo padre, H.P.B. decise di accettare l’offerta che le era stata fatta”.

Si ritiene che questi due resoconti facciano riferimento al medesimo episodio, che siano in sostanza lo stesso; ma nell’accertare la data della visita dell’Ambasciatore nepalese in Inghilterra, ho scoperto che avvenne nel 1850, non nel 1851 (come afferma la Contessa Wachtmeister).

Storie, enciclopedie e giornali londinesi (che ho potuto consultare nella Biblioteca Pubblica di Melbourne in Australia) concordano tutti su questo punto.

I. 1850

Il Primo Ministro del Nepal, il Principe Jung Bahadur Koonwar Ranajee ed il suo seguito salparono da Calcutta per Londra il 7 aprile 1850 e tornarono da Marsiglia a Calcutta il 19 dicembre 1850, partendo per il Nepal il giorno di Natale

 Poiché questa fu la prima vera visita di un principe indiano in Inghilterra, fu un’importante occasione per entrambi i paesi e le persone si affollarono per vedere il Principe ed il suo seguito, dal momento che quest’ultimo era stato scortato dal Nepal da due suoi fratelli, da nove ufficiali tra i quali c’erano Khajee Hamdul Singh Khutri e il Luogotenente Lal Singh Khutri, anche da un dottore nepalese, da 300 soldati semplici ed una quantità di elefanti.

I soldati e gli elefanti erano stati lasciati indietro a Patna, in India, per ritornare piuttosto sconsolati a Khatmandu, mentre il Principe e la sua piccola scorta si imbarcarono per attraversare il Kala Pani6.

Madame Blavatsky parla del “primo Ambasciatore nepalese” come se ce ne sia stato un secondo; ma non ce n’è mai stato una secondo, dal Nepal.

Quello che voleva dire potrebbe essere che fu realmente il primo ambasciatore ad andare in Inghilterra dagli Stati indiani; oppure ella avrebbe potuto riferirsi al fatto che nell’anno successivo, il 1851, il Nepal inviò una delegazione alla Grande Esposizione Internazionale a Londra.

La domanda che mi sono posta è: perché il Maestro Morya del Regno dei Rajput di Udaipur avrebbe dovuto accompagnare un principe nepalese in Inghilterra? Una lettura accurata dei resoconti della più antica storia indiana ha rivelato il fatto che l’attuale famiglia reggente del Nepal è la dinastia Goorkha o Gurkhali e che essa “discende direttamente dai principi del Rajput di Udaipur”.

L’Enciclopedia Britannica afferma: “Tutte le razze del Nepal, fatta eccezione per quelle dei Ghorkali e degli Aoulia, hanno decisamente un aspetto mongolo… I Ghorkali o Goorkha sono discendenti dei Brahman e dei Rajput, che furono scacciati dall’Hindustan da parte dei musulmani e presero rifugio nelle terre collinose occidentali del Nepal, dove divennero alla fine la razza dominante”.

Proprio questo primo ambasciatore dall’India in Inghilterra divenne un soggetto molto interessante per la stampa dell’epoca, in ogni parte dell’Impero, perfino prima del suo arrivo e lungo tutto il suo percorso; così The London Times del 2 marzo citò da The Englishman di Calcutta del 26 febbraio: “La tanto attesa missione di Sua Altezza il Rajah del Nepal, con i suoi ufficiali al seguito, che avevano l’incarico di portare una lettera d’ossequio a Sua Graziosa Maestà la Regina e oggetti rari in dono, sta per partire da Katmandoo per arrivare a Patna il 10 prossimo: Jung Bahadur Koonwar Ranajee, Primo Ministro e Comandante in Capo; il Col. Juggut Shumshere Koonwar Ranajee ed il Colonnello Dhere Shumshere Koonwar Ranajee, fratelli del Premier; il Capitano Runmihr Singh Adikaree, il Khajee Kurbeer Khutree, il Khajee Hamdul Singh Khutree, i Luogotenenti Kurbeer Khutree, Lal Singh Khutree e Beem Sen Rana, due suba, un Subadar, un dottore nepalese ed il Colonnello G. St. P. Lawrence stanno accompagnando il Ministro in Inghilterra”.

Due nomi in questo elenco sono di particolare interesse per noi: il Khajee Hamdul Singh Khutree ed il Luogotenente Lal Singh Khutree.

Azzardo l’ipotesi che questi siano i nomi dei nostri due Maestri o perlomeno i nomi che hanno usato in questa circostanza. Il Mahatma Koot Hoomi spesso si firma nelle lettere indirizzate al Signor Sinnett come “Koot’ Hoomi Lal Singh” e “Hamdul” viene pronunciato “Emdul”. Koot’ indica un’omissione alla fine della parola, che completa probabilmente diverrebbe “Khootree”.

Nel dodicesimo secolo i bramani sono entrati in Nepal. Northey afferma nel suo Land of the Gurkhas: “Con l’invasione musulmana arrivavano quotidianamente nuovi rifugiati sulle montagne nepalesi. Le tribù ‘Khas’ si sono giovati della conoscenza superiore degli stranieri per sottomettere le confinanti tribù aborigene. Così i rifugiati bramani trovarono molti volenterosi convertiti nella loro nuova casa di montagna e si ritiene che i più illustri tra loro abbiano ricevuto il rango e l’onore dell’ordine degli Kshattrija7. Hanno in seguito concesso tale ordine alla prole che i bramani ebbero con le donne del luogo; ed è dal miscuglio di questi due popoli che proviene l’attuale potente tribù dei Khetri, che detiene oggi l’influenza dominante nel Nepal”.

I nostri Maestri sono grandi viaggiatori. Non penso solo al Maestro Morya, ma anche Koot Hoomi si trovava al seguito del Principe del Nepal nel 1850. Lo considero dal susseguirsi di - dovremmo dire fatti, o solamente tradizioni?

Il Vescovo Leadbeater, in I Maestri e il Sentiero, osserva: “E’ stato detto che Egli [il Maestro Koot Hoomi] ha ottenuto una laurea universitaria in Europa appena prima della metà dell’ultimo secolo”.

I signori G.R.S. Mead, Waite e Dunlop, di Londra, hanno sempre sostenuto che l’Università in questione era quella di Dublino e che mentre era studente in Irlanda Egli scrisse The Dream of Ravan, che comparve nella rivista dell’Università di ottobre, novembre, dicembre 1853 e gennaio 1854.

Questo dimostrerebbe che la data è appena dopo, anziché appena prima, la metà dell’ultimo secolo. Questo poema a puntate è stato ristampato come libro e la prefazione è stata scritta da G.R.S. Mead, che afferma: “Il nome dello scrittore non è stato rivelato ma, chiunque egli sia, non vi è dubbio che sia un erudito ed anche un mistico. Che egli abbia studiato il Ramayana dai testi originali e che fosse un maestro di psicologia vedanta è ampiamente riconosciuto; che egli stesso fosse un mistico e che parlasse di cose che erano reali per lui e non mere speculazioni vuote risulta chiaro ad ogni serio studente di letteratura teosofica indiana”.

Perché, poi, il “Luogotenente Lal Singh Khutree” non sarebbe dovuto andare in Europa per istruirsi presso l’Università di Dublino con “il Khajee Hamdul Singh Khutree” al seguito del Primo Ministro del Nepal?

Forse l’“importante missione” del Maestro Morya, che la contessa Wachtmeister menziona, era piuttosto quella di portare “il mio ragazzo” (il Suo termine affettivo per il Maestro Koot Hoomi) in Europa, per la prima volta, invece che accompagnarvi il Principe del Nepal.

Sarà interessante conoscere quel che accadde al Principe Jung Bahadur Koonwar Ranajee nell’attraversare temerariamente il Kala Pani per visitare l’Inghilterra… Northey lo racconta ne The Land of the Gurkhas: “Egli fece ritorno a Katmandu il 29 gennaio 1851, dopo essere stato via quasi un anno. Sebbene facesse un ingresso trionfale nella città, venendo accolto con gioia genuina dal popolo, la sua azione senza eguali nell’attraversare il Kala Pani, le “Acque Nere” [n.d.t. l’oceano], sfidando così i timori religiosi del suo stesso paese, non lo esonerarono dall’odio di certi circoli. Pertanto non sorprende sapere che dieci giorni dopo il suo ritorno fu scoperta una cospirazione per assassinarlo, che era stata ordita nientemeno che da suo fratello, Badri Narsingh. Questa cospirazione fu, comunque, ostacolata da suo fratello maggiore, il Generale Bam Bahadur ed i quattro congiurati furono arrestati e portati a processo. Il Principe Jung Bahadur si rifiutò di ratificare la punizione – sia la morte che l’estrazione degli occhi con ferri roventi – che il tribunale aveva decretato; compì invece l’insolito gesto di chiedere al Governo indiano di prendersi cura di loro e furono così confinati ad Allahabad per il resto dei loro giorni”.

I teosofi non devono rimanere sorpresi nell’apprendere che il Maestro Morya ed il Maestro Koot Hoomi furono coinvolti nel primo incontro tra India ed Inghilterra a Londra; invero, se si fosse saputa la verità, probabilmente sarebbe venuto a galla il fatto che erano stati Loro a concepire questa prima Ambasciata indiana. Il Maestro K.H. una volta ha scritto al signor Sinnett (1884): “Sai che io sono il solo a cimentarmi e a perseverare nella mia idea sulla necessità, perlomeno, di una piccola riforma, di una seppur lieve attenuazione dall’estrema rigidità delle nostre norme, se vogliamo vedere incrementare i teosofi europei e vederli lavorare per l’illuminazione ed il bene dell’umanità”8.

E poi scrisse: “Ricorda che mio fratello ed io siamo i soli nella Fratellanza9 ad avere a cuore la divulgazione (entro un certo limite) della nostra dottrina [in Occidente] ed H.P.B. è stata finora il nostro unico mezzo”10.

Fu tale proposito ad ispirare la lunga preparazione del Maestro K.H. in Irlanda, Inghilterra e Germania e suo Fratello maggiore lo supportò costantemente.

II. 1851

Il viaggio del Maestro Morya a Londra, assieme all’Ambasciatore nepalese, avvenne senza dubbio nel 1850 ma Egli fu nuovamente in Inghilterra nel 1851. Madame Blavatsky stessa ne diede testimonianza in maniera ancora più precisa nel suo quaderno degli appunti, custodito ora negli archivi della Società Teosofica ad Adyar, in India.

La Contessa Wachtmeister racconta la storia di questo album subito dopo quella riguardante l’Ambasciata nepalese, considerandole come facenti riferimento al medesimo evento; mentre invece un anno le separava l’una dall’altra e le circostanze erano completamente diverse. Comunque, permettiamole di narrare la storia: “A Würzburg [1885-86] accadde un evento singolare. La Signora Fadeef – la zia di H.P.B. –le scrisse che le aveva inviato una scatola da Ludwigstrasse, contenente ciò che a lei era parso un mucchio di spazzatura. La scatola arrivò e mi fu delegato il compito di scartarla. Mentre tiravo fuori una cosa dopo l’altra passandole alla signora Blavatsky, la sentii esclamare di gioia: ‘Guarda quello che ho scritto nel 1851, il giorno in cui ho incontrato il mio Maestro benedetto’; e là, in un blocco per appunti11 dalla scrittura sbiadita, vidi qualche riga con la quale H.P.B. aveva descritto il colloquio sopra riportato12. Siamo ancora in possesso di tale blocco per appunti. Ne riporto qualche riga…”. “Notte memorabile! Quella notte in cui, alla luce della luna che tramontava, a Ramsgate, il 12 agosto 1851, incontrai M. il Maestro dei miei sogni!! Il 12 agosto è il 31 luglio secondo il calendario russo, il giorno della mia nascita – vent’anni!”13.

Ora, la Contessa Wachtmeister evidentemente non conosceva la data dell’arrivo dell’Ambasciatore nepalese in Inghilterra, pertanto ella non si accorse della discrepanza nella data, ma la differenza di luogo catturò immediatamente la sua attenzione. In una postilla a quanto sopra scrisse: “Nel vedere il manoscritto chiesi come mai ella avesse annotato ‘Ramsgate’ anziché ‘Londra’ e H.P.B. mi disse che era un pretesto, in modo tale che chiunque avesse preso casualmente in mano il suo libro non riuscisse a sapere dove ella aveva incontrato il suo Maestro e che il suo primo colloquio con lui era avvenuto a Londra come mi aveva detto in precedenza”.

Il “pretesto”, secondo la Contessa, serviva per evitare di farle sapere che H.P.B. aveva incontrato il Maestro due volte: a Londra nel 1850 ed a Ramsgate nel 1851. Se lo avesse capito, avrebbe compreso la correttezza dell’ultima affermazione di H.P.B. che “ il suo primo colloquio con Lui era avvenuto a Londra, come mi aveva detto precedentemente”. Non fu in grado di notare la parola “primo”. H.P.B. aveva probabilmente obbligo di segretezza, riguardo questi incontri.

Inoltre, se la Contessa avesse conosciuto gli avvenimenti inglesi del 1851 le sarebbe parsa ovvia l’impossibilità per H.P.B. di intrattenere un colloquio privato con il suo Maestro ad Hyde Park quell’anno, poiché proprio lì era in pieno svolgimento la prima grande Mostra Internazionale.

Essa infatti venne inaugurata al nuovissimo Crystal Palace dalla regina Vittoria e dal Principe Alberto il 1° maggio. Il 30 fu il primo “shilling day” e da lì per tutta l’estate e l’autunno migliaia di persone si riversarono in Hyde Park ed al Crystal Palace edificato sopra i suoi alberi. Ramsgate, d’altra parte, offriva più riservatezza; perciò l’incontro tra Helena Petrovna ed il suo Maestro, nel giorno del suo compleanno – il 12 agosto 1851 – il secondo degli incontri – avvenne in questa località marittima e non nel sovraffollato Hyde Park a Londra.

E’ documentato pure l’incontro di un’altra persona con il Maestro Morya nel 1851 – ad Hyde Park, ma non in privato! Il Vescovo C.W. Leadbeater racconta questo evento accaduto nella sua fanciullezza: “La signora Blavatsky ci ha spesso narrato di come avesse incontrato il Maestro Morya ad Hyde Park, a Londra, nel 1851, quando egli venne con un gruppo di altri Principi indiani per partecipare alla prima grande Mostra Internazionale. Alquanto stranamente io stesso, all’epoca un bambino di quattro anni, lo vidi, del tutto inconsapevolmente. Posso ricordare di essere stato portato a vedere un corteo sfarzoso, nel quale tra le altre meraviglie si trovava un gruppo di cavalieri indiani sontuosamente vestiti. Erano imponenti, sopra destrieri così eleganti, suppongo, come nessun’altro al mondo; e fu naturale che i miei occhi di bambino venissero attratti da loro, con grande piacere e che essi mi sembrassero forse la più bella esibizione di un tale meraviglioso spettacolo. E proprio quando li vidi passare, mentre stavo in piedi tenendo la mano di mio padre, uno tra i più alti di questi eroi mi fissò con neri occhi splendenti, che mi fecero quasi paura ed allo stesso tempo mi riempirono in qualche modo di una gioia e di un’esaltazione indescrivibili. Egli passò con gli altri e non lo vidi più eppure spesso, durante l’infanzia, il ricordo di quello sguardo splendente mi ritornò alla memoria. Naturalmente non seppi nulla poi di chi Egli fosse e non avrei mai saputo identificarlo se non fosse stato per una benevola osservazione che mi fece molti anni dopo… ‘Non ricordi, poiché eri una bambino molto piccolo, mentre guardavi i cavalieri indiani passare ad Hyde Park e non ti sei accorto come io già allora ti avessi scelto?’14.

III. 1854

Ancora un ulteriore resoconto di un terzo incontro tra la giovane signora Blavatsky ed il suo Maestro, scritto da lei stessa, viene documentato nel suo libro Dalle caverne alle giungle dell’Hindustan (pagg. 263-64). Qui dice: “Moltissimi anni fa, più di ventisette, lo incontrai nell’abitazione di un estraneo a Londra, dove egli venne al seguito di un certo Principe indiano detronizzato. Allora la nostra conoscenza si limitò a due conversazioni; la loro imprevedibilità, la loro solennità ed il loro rigore mi impressionarono molto; ma nel corso del tempo, come accade per molte altre cose, esse sprofondarono nell’oblio e nel Lete. In Inghilterra la sua sorprendente bellezza, soprattutto la sua straordinaria altezza, assieme al suo eccentrico rifiuto di essere presentato alla Regina – entusiasmarono l’attenzione pubblica e la stampa. I giornalisti di quel tempo, quando l’influenza di Byron era ancora grande, parlarono instancabilmente del ‘selvaggio Rajput’, chiamandolo il ‘Raja-misantropo’ ed il ‘Principe Jalma-Samson’, inventando favole sul suo conto per tutto il tempo che egli rimase in Inghilterra”.

In ognuno dei suoi resoconti di questi incontri con il suo Maestro, la signora Blavatsky ha lasciato un indizio per il ricercatore. Nel primo la parola chiave è “il primo Ambasciatore del Nepal”, nel secondo “Ramsgate, 12 agosto 1851” e nel terzo “un certo Principe indiano detronizzato”. Chi era questo “Principe indiano detronizzato”?

Il Principe Dhuleep Singh (figlio di Ranjit Singh), Maharaja di Lahore, nell’ultima battaglia del Rajput nella seconda guerra sikh, nel 1849, fu deposto all’età di undici anni. Le sue terre ed i gioielli della corona, tra i quali il famoso diamante Koh-i-noor, furono sequestrati dal Governo britannico ed a lui fu concessa un’indennità di 50.000 sterline all’anno. Il signor John Login fu nominato suo guardiano. Nel 1850, mentre Login era temporaneamente assente da Fatehghur, il giovane Principe si convertì al cristianesimo.

Fu così deciso che venisse educato in Inghilterra e che visitasse l’Europa, e il 19 aprile 1854 il Principe Dhuleep Singh, con la sua schiera di ufficiali ed accompagnato dal suo guardiano, salpò dall’India. Essi sostarono su di un piroscafo in Egitto e poi proseguirono per Londra, dove presero degli appartamenti presso l’Hotel Mivart (l’attuale Claridge) fino a che la Court of Directors non gli avesse procurato una residenza.

Durante una visita al Castello di Windsor con il giovane Maharaja, la Regina Vittoria conferì il rango di cavaliere a John Login, “un segno di approvazione che diede una gioia sincera a Dhuleep Singh. Il rango personale di quest’ultimo era già stato determinato quale Principe europeo e, quale capo dei principi nativi dell’India, fu autorizzato ad avere la precedenza subito dopo la Famiglia Reale. Fu organizzato un pranzo per Dhuleep Singh a casa di Sir Robert Inglis – il Primate (Arcivescovo Langley), Lord Shaftsbury ed altri nobili furono invitati ad incontrarlo”.

Sto citando dal libro della Signora Login, Sir John Login and Dhuleep Singh, che scrive: “Il povero Sir Robert, persona molto devota alla chiesa, non amava l’idea che un Principe indiano (anche se convertito) godesse del diritto di precedenza rispetto al Primate della Chiesa d’Inghilterra e si diede grande pena nel consultare Login riguardo a ciò che si sarebbe potuto fare per prevenire un tale scandalo in casa sua! Gli fu assicurato che il giovane Principe non si sarebbe opposto nel dare la precedenza all’Arcivescovo e se ne andò più confortato. Lungo la strada che portava al banchetto, il dilemma di Sir Robert venne spiegato al Maharaja, al quale fu suggerito di offrire al padrone di casa la sua disponibilità a concedere la precedenza all’Arcivescovo. La Signora Login ricorda come egli acconsentì con entusiasmo, dicendo: ‘Ne sono molto felice; ora la più vecchia signora presente toccherà all’Arcivescovo e così sarò più contento anch’io. Mi toccano sempre queste vecchie signore!’. Quando gli fu riferito il suggerimento di Sir Robert, che lui e il Primate avrebbero dovuto procedere appaiati, la sua sonora risata fece trasalire i solenni domestici che si disponevano a farlo entrare; ma la sua espressione di sgomento, quando gli fu annunciata una seconda anziana signora, fu veramente comica”.

Forse era stato questo genere di cose a giustificare, almeno in minima parte, “lo strano rifiuto ad essere presentato alla Regina” del Maestro Morya.

Risulta abbastanza palese, alla luce di tali fatti, che la giovane signora Blavatsky ha incontrato il suo Maestro in Inghilterra non una volta soltanto, ma tre: nel 1850, nel 1851 e nel 1854.

Se il Maestro Koot’ Hoomi lo accompagnò in Europa nel 1850 perché frequentasse l’Università di Dublino allora Egli potrebbe anche aver fatto ritorno in India con Lui nel 1854, dopo essersi laureato a Dublino e dopo aver scritto Dream of Ravan per la rivista dell’Università.

Il Maestro Koot’Hoomi Lal Singh face ritorno a Londra all’inizio degli anni ’60 del 1800, probabilmente per proseguire i suoi studi.

Tra i teosofi inglesi si dice che Egli avrebbe frequentato la Oxford University. Ad ogni modo, Egli scrisse al signor Sinnett nel 1881: “La migliore come pure la più promettente fra queste scuole europee, l’ultimo tentativo in tale direzione – è fallito clamorosamente circa 20 anni fa a Londra. Era l’istituto segreto di insegnamenti pratici di magia, fondato sotto il nome di club da una dozzina di appassionati, sotto la guida del padre di Lord Lytton… quali Eliphas Levi, Ragazzoni ed il copto Zergvan-Bey. Tuttavia nell’atmosfera pestilenziale di Londra il “Club” giunse prematuramente alla fine. Vi andai cinque o sei volte, avvertendo fin dall’inizio che non vi era nulla né vi potrebbe essere stato nulla in esso”15.

A metà degli anni ’70 del 1800, il Maestro K.H. stava proseguendo gli studi, presumibilmente di musica in modo particolare, poiché Egli è un grande musicista16, in Germania presso l’Università di Lipsia. Qui, dice il professor Fechner, chiamava se stesso “Nisikanta Chattopadhyaya” ed era un membro della Società Accademica Filosofica, presso la quale tenne una conferenza sul buddhismo.

Il Signor C.C. Massey scrisse al Professor Fechner chiedendogli informazioni sulla Sua carriera all’Università di Lipsia.

Un’altra testimonianza giunge da H.P.B. che, scrivendo alla signora Sinnett dall’Hotel del Vesuvio, a Napoli, il 21 luglio 1885 , mentre cercava di capire dove stabilirsi in Europa, ora che doveva rimanervi per motivi di salute, disse: “Würzburg – circa 4 o 5 ore da Monaco… Mi piace Würzburg. Si trova vicino a Heidelberg e Norimberga, e a tutti i posti dove uno dei Maestri è vissuto, ed è stato Lui a consigliare il mio Maestro affinché mi mandasse là… Mi sento ricca ed agiata abbastanza da poter vivere in un posto tranquillo in Germania e la mia povera vecchia zia sta venendo là per incontrarmi. Ho intenzione di prendere un bell’appartamentino e felice sarà il giorno in cui ti incontrerò vicino al mio samovar.

E così fece, poiché la sua lettera successiva è indirizzata al signor Sinnett e proviene dal’indirizzo “6 Ludwig Strasse, Würzburg”, datata il 19 agosto 1885.

Note:

1. Reminiscences of H.P. Blavatsky, Contessa Wachtmeister, pag. 56.

2. L’Ambasciatore nepalese ha visitato l’Inghilterra nel 1850.

3. Letters of H.P. Blavatsky ad A.P. Sinnett, pag. 150.

4. Probabilmente egli non utilizzò questo termine, ma presenta un

programma generale per la sua missione.

5. Reminiscences, Wachtmeister, pag. 56.

6. L’“Acqua Nera”, un termine indiano per indicare l’oceano.

7. Kshattriya,la casta governante.

8. The Mahatma Letters, 352.

9. La Fratellanza Himalaiana.

10. The Mahatma Letters, 367-8.

11. Era un blocco degli appunti.

12. Un errore; è stato un diverso colloquio.

13. Questa è una traduzione dal francese, scritta sotto un bozzetto del

porto di Ramsgate con una barca a vela in primo piano.

14. The Masters and the Path, 40.

15. The Mahatma Letters, 210.

16. Il compositore, Cyril Scott, ha molto da dire su questo punto.

Vedere i suoi due libri sulla musica, specialmente nell’introduzione

di entrambi: The Influence of Music on History and Morals e Music,

It’s Secret Influence throughout the Ages.

 Articolo tratto da The Theosophist, novembre 1943.

 Traduzione di Patrizia Moschin Calvi e Silvia Pellizzari.

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