L’Aquila tornerà  a volare

 Dall'Aquila terremotata: Maria Grazia Lopardi

Quando l’oscurità avvolge le nostre vite  e ci affidiamo al sonno, l’abbandono fiducioso  pone la coscienza in condizione di vagare nella dimensione dove tutto è possibile, nella realtà del sogno …Così dormivo la notte tra il 5 ed il 6 aprile, così è avvenuto per una intera città e per i borghi dei dintorni immersi nella dolcezza del riposo…

Poi un risveglio brusco… una scossa, una seconda… Un avvertimento ? La  terra ormai trema da dicembre…. Sta scaricando un energia che preme… Restiamo a dormire nel nostro letto? Ma sì, come altre notti in cui contenute scosse hanno destato dal sonno…Speriamo bene…Dormiamo. Sono  le 3 e 32 ed il silenzio notturno è rotto brutalmente da  un boato che  precede una scossa tremenda ed interminabile

oggetti che si spargono ovunque mobili che si muovono,  per molti la stanza che implode ed una pioggia di calcinacci a soffocare un brusco risveglio…per molti, troppi è l’ultimo respiro, i più fortunati riescono a fuggire all’aperto, in pigiama, avvolti in una coperta strappata  al letto…Questo è avvenuto all’Aquila la notte tra la domenica delle palme in cui Gesù entra trionfante a Gerusalemme  e la giornata dell’orto dei Getzemani, dell’abbandono nella solitudine circondato da compagni che non riescono a vegliare lasciandolo nell’angoscia del compimento di una profezia…L’arresto del Figlio dell’Uomo,  l’inizio di una tragedia che porterà alla lacerazione più profonda, alla caduta rovinosa, alla morte sulla croce dello spazio-tempo, lì nelle quattro direzioni  che abbraccia  con il suo martirio Domenica delle palme ero a Collemaggio, la mia amata basilica che mi ha  svelato tanti suoi segreti, che mi ha indicato un percorso tra la terra ed il cielo raccontando un sogno…che la coscienza umana può elevarsi, la materia ascendere come il corpo di Maria a cui la chiesa è dedicata… Ho preso la palma da mettere al di sopra del letto, simbolo di pace e di eternità, ed ho rivisto con gli occhi innamorati la mia chiesa sempre vibrante, un pezzo di cielo in terra… La mia città è stata costruita secondo la pianta di Gerusalemme come dice lo storico Crispomonti del 1600,  una Gerusalemme al di qua del mare quanto quella d’oriente è andata perduta per la cristianità… A Gerusalemme è entrato Gesù acclamato dalle folle la domenica della palme e con la palma in mano i Cristiani ricordano quel giorno di festosa accoglienza alla vigilia della tragedia…

Nel silenzio della notte lo vengono a prendere mentre veglia nella solitudine e nell’angoscia, nella notte il boato che accompagna un’onda esplosa con violenza nella profondità della terra: è l’inizio della passione, di Gesù torturato, di una città che il terremoto travolge nel martirio atroce, nella distruzione e nella morte di tante vite. Un dolore assurdo per giovani vite sottratte alla dimensione che i sensi colgono

 nella casa dello studente inghiottita dalla terra, per bambini, per creature di ogni età che lasciano i  corpi sotto le macerie mentre le loro anime ascendono nel regno della luce a svolgere il loro compito in una pace  che non è inazione, ma lavoro frenetico per tessere la trama di una resurrezione…Con amore guardano lo strazio di chi vive brutalmente la perdita, con amore e compassione consapevoli che hanno varcato il velo per compiere una missione che solo anime luminose e generose possono svolgere…

Ho percorso le vie del centro storico, quello che giravo a naso in aria per godere di ogni pietra lavorata, dei simboli lasciati nei secoli, di bifore, rosoni, stemmi, archi recanti nella forma l’indicazione dell’epoca di realizzazione…ho percorso le amate strade intralciata nel mio procedere dalle macerie, con orrende ferite sulla case e spazi vuoti dove case erano mentre ora giacciono a terra, come Gesù sotto il peso della croce…La gente guarda attonita le antiche mura, silenziosa vaga senza commenti, con occhi che faticano a contenere tanto strazio ed il cuore soffocato in una morsa di morte, le lacrime che non riescono ad uscire in un incubo che la dignità dell’abruzzese sfoga nell’anima… Ferita antica quella del terremoto, che ha segnato il carattere dei miei concittadini riservati e diffidenti di fronte al forestiero che deve svelarsi prima di offrirgli il cuore…ferita profonda di una città periodicamente colpita con violenza, ma sempre risorta perché gli aquilani sono tenaci, forti e gentili come tutti gli abruzzesi, ed amano la loro terra e come la fenice la loro città è sempre risorta splendida e preziosa…

Altre scosse nel secondo giorno della settimana di passione ed il drago sotterraneo travolge quel che ha provato a resistere continuando la sua azione devastante…La Gerusalemme di occidente vive il suo martirio e diviene muta e vuota con l’odore della morte…una città fantasma con i monumenti bombardati con ferocia distruttiva, con il serpeggiare della desolazione lì dove c’era vita.

La mia Collemaggio che ho svelato al mondo nei giochi solari del rosoni, nel mistero dei simboli, negli gnomi occhieggianti nelle spirali che avvolgono uno dei suoi portali, viene ferita anch’essa, progressivamente ad ogni scossa, tenace e fiera custode del suo tesoro che nessun terremoto potrà cancellare… Lì ci sono gli Arcangeli del cielo- chi sa può capire quel che dico- lì un vulcano di luce zampilla le sue scintille d’amore volteggiante, lì un cammino segnato da simboli veramente indica la via dell’assunzione in cielo della materia, come per il corpo di Maria…Tra le antiche mura, su un pavimento bicromo bianco e rosso, come il giglio della purezza e la rosa della conoscenza, si prepara una resurrezione. Domenica prossima, alla fine della settimana di passione, Gesù risorgerà, inno di speranza e così come risorgerà la mia città, con le pietre della sua storia avvolta coma mai dall’amore di chi vi è nato e di chi ne ha carpito il segreto aleggiante e vibrante…

La città la faremo risorgere pur nella perdita irrimediabile di tesori unici, e risorta resterà custode del suo tesoro di Città dello Spirito, unica, insostituibile. Da Silviana un’amica che vive a Roma ricevo questo messaggio:

la Gerusalemme terrestre può essere distrutta; lo è stata molte volte in passato e lo sarà ancora, ma quella celeste è ancora lì, intatta ed incontaminata che nessuna forza avversa potrà scalfire…mai come ora la Gerusalemme celeste è stata così vicina…tu lo sai bene che dalle macerie si alza in volo l’Aquila…tu sai trovare la luce nell’oscurità… aprile 2009 Silviana

Un’altra voce mi telefona che all’Aquila sta avvenendo il parto doloroso di una dimensione di luce, il Regno si sta manifestando a partire dall’Aquila, la nuova Gerusalemme…Messaggi di consolazione o verità che anime sensibili captano con convinzione ed emozione? Trovare un senso alla tragedia, come alla morte di Gesù che in un atto di amore offre la sua vita, come quella delle vittime del terremoto e poi risorge per la salvezza dell’umanità…Una resurrezione dell’intero pianeta che cambia frequenza in una dimensione di amore che la solidarietà di tanti volontari da tutta Italia ed oltre i confini nazionali preannuncia in una generosa, straordinaria gara a permettere di sopravvivere, ad alleviare la sofferenza con l’arma più potente del  terremoto, quella dell’amore. Grazie a tutti, fratelli d’ Abruzzo e di ogni regione di questo straordinario paese! Grazie per un’azione che scaturisce dal cuore, per la capacità di amare fratelli dal volto sconosciuto, per la speranza che ci donate…Grazie perché siete la prova che l’umanità sta compiendo un salto di coscienza, quello che la salverà, come Gesù risorto, dal baratro della desolazione.

Da cuore a cuore.

Maria Grazia Lopardi

Autrice de: Il Collemagico di Celestino- I Templari e il Collemagico di Celestino - Notre Dame di Collemaggio e altre pubblicazioni e numerose ricerche che hanno portato per esempio a scoprire il vero volto di Celestino V (il papa del 'gran rifuto' di cui parla Dante) e il rapporto tra L’Aquila e i Templari fin dalla sua nascita.

Il suo sito web:

Celestinian Center http://www.celestinian-center.com


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