Stralci iniziali dalla Chiave della Teosofia di H.P.B. (1°- 2° e parte del 3° capitolo).

Per facilitare al lettore ed allo studente una prima comprensione della Teosofia direttamente dalle parole scritte della grande H.P.B.

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Helena Petrovna Blavatsky

LA CHIAVE della TEOSOFIA

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ovvero

Una chiara esposizione, in forma di domande e risposte

dell’etica, della scienza e della filosofia per lo studio delle quali

la Società Teosofica è stata fondata

DEDICATO da H.P.B. A TUTTI I DISCEPOLI

perché

ESSI POSSANO A LORO VOLTA APPRENDERE E INSEGNARE


Prefazione

Lo scopo di questo libro è chiaramente espresso nel suo titolo, La Chiave della Teosofia, e non richiede che poche parole di spiegazione. Non è un manuale completo o esauriente di Teosofia, ma solo una chiave per aprire la porta che conduce a uno studio più profondo.

Traccia un ampio profilo della Religione-Saggezza, e ne spiega i principi fondamentali; rispondendo, nello stesso tempo, alle varie obiezioni sollevate dal comune ricercatore occidentale, e sforzandosi di presentare concetti poco familiari in una forma semplice e in un linguaggio chiaro quanto più possibile. Rendere la Teosofia comprensibile senza uno sforzo mentale da parte del lettore, sarebbe pretendere troppo; ma è sperabile che i punti oscuri che dovessero permanere siano imputabili alla complessità del pensiero, non all’esposizione di essi, e dovuti alla profondità dell’argomento, non alla mancanza di chiarezza. Per chi è di mente pigra e ottusa, la Teosofia rimarrà un enigma, poiché nel mondo della mente, come in quello dello spirito, ogni uomo deve progredire attraverso i propri sforzi personali. Lo scrittore non può pensare per il lettore, né quest’ultimo diventerebbe migliore, ammesso che tale pensiero sostitutivo fosse possibile. Il bisogno di un’esposizione come questa è stato a lungo sentito da quelli che si interessano alla Società Teosofica e al suo lavoro, ed è sperabile che questo libro possa fornire delle informazioni il più possibile libere da termini tecnici a tutti quelli la cui attenzione è stata risvegliata ma che, tuttavia, sono ancora confusi e non convinti.

Si è avuta cura di districare ciò che è vero da ciò che è falso negli insegnamenti degli spiritisti riguardo la vita post-mortem, e dimostrare la vera natura dei fenomeni spiritici. Precedenti spiegazioni di questo genere hanno già attirato grandi ire sul capo dell’autrice; gli spiritisti, come troppi altri, preferiscono credere in ciò che è piacevole piuttosto che in ciò che è vero, e diventano furiosi con chiunque distrugga una piacevole illusione. Per cui, l’anno scorso la Teosofia è stata il bersaglio di tutte le frecce avvelenate dello spiritismo, poiché chi possiede una mezza verità sente più antagonismo per chi possiede l’intera verità, che per chi non la possiede affatto.

Molti cordiali ringraziamenti sono dovuti dall’autrice ai numerosi teosofi che hanno inviato suggerimenti e quesiti, o hanno altrimenti contribuito ad aiutarla nella compilazione di questo libro. L’opera risulterà molto più utile grazie al loro aiuto, e questo sarà la loro ricompensa migliore.

Helena. Petrovna. Blavatsky

 

Cap.1

La Teosofia e la Società Teosofica

Il significato del nome

INTERROGANTE. La Teosofia e le sue dottrine vengono spesso considerate una nuova forma religiosa. La Teosofia è una religione?

TEOSOFO. No. La Teosofia è Conoscenza o Scienza Divina.

INT. Quale è il vero significato del termine?

TEO.”Sapienza Divina”,  (Theosophia) o Sapienza degli dèi, come (Theogonia) vuol dire nascita degli dèi. La parola Theos in greco significa un dio, uno degli esseri divini, certamente non”Dio”nel senso che oggi diamo a questo termine. Perciò, Teosofia non è la”Sapienza di Dio”, come qualcuno traduce, ma Sapienza Divina, come quella che è posseduta dagli dei. Il termine è antico di molti millenni.

INT. Qual è l’origine del nome?

TEO. Ci proviene dai filosofi alessandrini, chiamati gli amanti della verità i filaleti, da (phil) “amante”, e (aletheia) “verità”. II nome Teosofia entra in uso nel terzo secolo della nostra èra con Ammonio Sacca e i suoi discepoli15 che diedero inizio al sistema teosofico eclettico.

INT. Che cosa si proponeva questo sistema?

TEO. Innanzitutto di inculcare certe grandi verità morali nei suoi discepoli e in tutti coloro che erano”amanti della verità”. Da ciò deriva il motto adottato dalla Società Teosofica:”

Non vi è religione superiore alla verità”.16 L’obiettivo principale dei Fondatori della Scuola teosofica eclettica era identico a uno dei tre scopi dell’attuale Società Teosofica, e cioè quello di riconciliare in un comune sistema etico, basato su delle verità eterne, tutte le religioni, le sette e le nazioni.

INT. Come può dimostrare che questo non è un sogno impossibile e che tutte le religioni del mondo sono effettivamente basate su di una stessa e identica verità?

TEO. Studiandole e analizzandole comparativamente. La”Religione-Saggezza”era unica nell’antichità e l’identità di questa primitiva filosofia religiosa ci viene provata dalle identiche dottrine insegnate agli Iniziati durante i Misteri, istituzione un tempo universalmente diffusa.”Tutti gli antichi culti indicano l’esistenza di un’unica Teosofia anteriore ad essi. La chiave che può aprirne uno deve aprirli tutti, altrimenti non può essere la chiave giusta” (Eclectic Philosophy).

Le modalità di azione della Società Teosofica

INT. Ai tempi di Ammonio Sacca c’erano diverse grandi e antiche religioni e solo in Egitto e in Palestina numerose erano le sette. Come avrebbe potuto Ammonio riconciliarle tutte?

TEO. Facendo quanto ora nuovamente noi cerchiamo di fare. I neoplatonici costituivano una vasta corporazione e appartenevano a varie filosofie religiose.17Lo stesso dicasi per i nostri teosofi. In quei giorni, l’ebreo Aristobulo sosteneva che l’etica di Aristotele rappresentava gli insegnamenti esoterici della Legge di Mosé; Filone Giudeo tentava di riconciliare il Pentateuco con la filosofia pitagorica e platonica, e Giuseppe Flavio provò che gli esseni del Monte Carmelo erano semplicemente gli imitatori e i seguaci dei Terapeuti (i guaritori) egiziani. Così è pure oggi. Possiamo dimostrare la linea discendente di ogni religione cristiana, così come di qualsiasi altra setta, persino delle più piccole. Queste ultime non sono che le ramificazioni o i germogli minori cresciuti sui rami più grossi; ma germogli e rami fioriti dallo stesso tronco: la RELIGIONE-SAGGEZZA. Provare questo era l’obiettivo di Ammonio, che cercò di indurre gentili e cristiani, ebrei e idolatri, a mettere da parte contese e dispute, per ricordare soltanto che tutti possedevano la stessa verità sotto vari travestimenti, e che tutti erano figli di una madre comune.18 Questo è ugualmente lo scopo della Teosofia.

INT. Quali autorità può lei citare in appoggio a ciò che dice degli antichi teosofi di Alessandria?

TEO. Un numero quasi illimitato di scrittori ben noti. Uno di loro, Mosheim, sostiene che: Ammonio insegnava che la religione della moltitudine procedette di pari passo con la filosofia e con questa condivise il destino di essere stata gradualmente corrotta ed oscurata da concezioni, superstizioni e menzogne meramente umane; era perciò necessario ricondurla alla sua purezza originaria emendandola da tali scorie ed esponendola sulla base di principi filosofici. Cristo stesso aveva in mente di ristabilire c di riportare alla sua primitiva integrità la Sapienza degli antichi; di ridurre quanto più possibile il campo della superstizione che prevaleva dappertutto; e in parte di correggere, e in parte di distruggere, i vari errori che si erano fatti strada nelle diverse religioni popolari.

Questo è precisamente quanto dicono i teosofi moderni. Solo che, mentre il grande filalete era sostenuto ed aiutato nell’opera che perseguiva da due Padri della Chiesa, Clemente e Atenagora, da tutti i rabbini colti della Sinagoga, dagli accademici e dai filosofi del Boschetto, insegnando una dottrina comune per tutti, noi che seguiamo la sua stessa linea, non riceviamo nessun riconoscimento ma, al contrario, siamo ingiuriati e perseguitati. La gente di 1500 anni fa mostrò così di essere stata molto più tollerante di quella che vive in questo secolo illuminato.

INT. Ammonio fu forse incoraggiato e sostenuto dalla Chiesa perché, malgrado le sue eresie, insegnava il Cristianesimo ed era cristiano?

TEO. Niente affatto. Ammonio nacque cristiano ma non accettò mai il Cristianesimo della Chiesa. Come dice di lui lo stesso Mosheim: “Egli non fece che proporre i suoi insegnamenti secondo gli antichi principi di Ermete, che Pitagora e Platone avevano conosciuto, e su cui fondarono la loro filosofia. Avendo ritrovato gli stessi principi nel prologo del Vangelo secondo Giovanni, egli comprese che lo scopo di Gesù era quello di ristabilire l’antica dottrina della Sapienza nella sua primitiva integrità. Ammonio considerava che le narrazioni bibliche e le storie degli dei o erano allegorie della verità o, diversamente, favole da respingere”. Tuttavia, come dice l’Edinburgh Encyclopaedia,”Ammonio riconosceva che Gesù Cristo era stato un uomo eccellente e”l’amico di Dio”, ma asseriva che il suo scopo non era quello di abolire completamente il culto dei demoni (dei); il suo unico intento era di purificare l’antica religione.

La Religione-Saggezza esoterica in ogni epoca

INT. È noto che Ammonio non ha lasciato nulla di scritto; come possiamo perciò essere sicuri che tali erano effettivamente i suoi insegnamenti?

TEO. Nemmeno Buddha, Pitagora, Confucio, Orfeo, Socrate, e neppure Gesù, lasciarono alcunché di scritto. Tuttavia molti di essi sono personaggi storici e i loro insegnamenti sono tutti sopravvissuti. I discepoli di Ammonio (fra cui Origene ed Erennio) scrissero vari trattati e spiegarono la sua etica. Questi sono altrettanto storici, se non di più, degli scritti degli apostoli. Inoltre, i suoi allievi — Origene, Plotino e Longino (quest’ultimo consigliere della famosa regina Zenobia) — hanno lasciato testimonianze voluminose del sistema dei filaleti, almeno per quanto poteva essere pubblicamente conosciuto dalla loro professione di fede, essendo la Scuola divisa in un insegnamento essoterico e in un insegnamento esoterico.

INT. Come poteva l’insegnamento esoterico giungere fino a noi, dal momento che lei sostiene che ciò che è propriamente chiamato la RELIGIONE-SAGGEZZA era esoterico?

TEO. La RELIGIONE-SAGGEZZA fu sempre una, ed essendo l’ultima parola della possibilità conoscitiva dell’uomo fu perciò accuratamente conservata e protetta. Essa precedette di molte ère i teosofi alessandrini, è durata fino ad oggi, e sopravviverà ad ogni altra religione e filosofia.

INT. Da dove e da chi è stata così custodita?

TEO. Dagli Iniziati di ogni paese; dai loro discepoli, profondi ricercatori della verità, e in quelle parti del mondo in cui tali soggetti sono sempre stati tenuti in gran conto e coltivati: in India, nell’Asia centrale e in Persia.

INT. Può darmi alcune prove del suo esoterismo?

TEO. La migliore prova che può avere di questo fatto è che ogni antico culto religioso, o meglio, filosofico, consisteva in un insegnamento esoterico o segreto, e in un culto essoterico (esterno e pubblico). Inoltre, è un fatto ben noto che in ogni nazione i Misteri degli antichi comprendevano i Misteri ‘“maggiori” (segreti) e i Misteri”minori” (pubblici), come ad esempio in Grecia nelle celebri solennità chiamate Eleusinia. Dagli Ierofanti di Samotracia e dell’Egitto, e dai brahmani Iniziati dell’antica India, fino agli ultimi rabbini ebrei, tutti mantennero segrete, temendone la profanazione, le loro vere credenze bona fide. I rabbini ebrei chiamavano le loro dottrine religiose secolari la Mercavah (il corpo esteriore),”il veicolo”, o l’involucro che contiene l’anima nascosta, vale a dire la loro conoscenza segreta superiore. Nessuna delle antiche nazioni impartì mai alle masse, attraverso i suoi sacerdoti, i propri segreti filosofici, ma riservò ad esse solo il loro guscio esteriore. Il Buddhismo del nord ha il suo veicolo”maggiore”e”minore”, conosciuto come Scuola Mahayana quello esoterico, e Scuola Hinayana quello essoterico. Né può biasimarli per tale segretezza; perché certamente lei non penserebbe di alimentare il suo gregge di pecore con dotte dissertazioni di botanica invece che con dell’erba. Pitagora definì la sua Gnosi”la conoscenza delle cose che sono”, XXX, e riservò tale conoscenza solo ai suoi discepoli impegnati: a quelli che potevano assimilare tale cibo mentale ed esserne soddisfatti; e li impegnò al silenzio e alla segretezza. Gli alfabeti occulti e i cifrari segreti sono lo sviluppo delle antiche opere ieratiche egizie, la cui chiave, nei tempi antichi, era posseduta solo dagli Ierogrammatici o sacerdoti egizi Iniziati. Ammonio Sacca, secondo quanto dicono i suoi biografi, legava i suoi discepoli con il giuramento, affinché non divulgassero le sue dottrine più elevate se non a quelli che già erano stati istruiti nella conoscenza preliminare e che si fossero anche vincolati con un impegno. Infine, non troviamo la stessa cosa nella Cristianità primitiva, tra gli gnostici e persino negli insegnamenti di Cristo? Non parlava forse alle moltitudini in parabole che avevano un duplice significato, spiegandone il senso solo ai suoi discepoli?”A voi”egli disse”è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli ma a coloro che sono all’esterno tutte queste cose sono date in parabole” (Marco, IV, 11).”Gli esseni della Giudea e del Carmelo facevano le stesse distinzioni dividendo i loro accoliti in neofiti, fratelli, e i perfetti, ossia quelli Iniziati”. (Eclectic Philosophy). Simili esempi si potrebbero trovare in ogni paese.

INT. Si può ottenere la”Sapienza Segreta”con il semplice studio? Le enciclopedie definiscono la Teosofia più o meno come il Webster’s Dictionary, e cioè: un supposto rapporto con Dio e gli Spiriti superiori e la conseguente acquisizione della conoscenza superumana attraverso mezzi fisici e processi chimici. È così?

TEO. Credo proprio di no. Nessun lessicografo sarebbe capace di spiegare a se stesso e agli altri come la conoscenza superumana possa ottenersi con processi fisici o chimici! Se Webster avesse detto”attraverso processi metafisici e alchemici”, la definizione sarebbe stata approssimativamente corretta; così com’è. è assurda. Gli antichi teosofi sostenevano, come quelli moderni, che l’infinito non può essere conosciuto dal finito — ossia percepito dal Sé finito — ma che l’essenza divina può essere comunicata al Sé spirituale superiore durante uno stato di estasi. Questa condizione, come l’ipnosi, difficilmente può essere ottenuta con”mezzi fisici e chimici”.

INT. Come spiega l’estasi?

TEO. La vera estasi fu definita da Plotino”la liberazione della mente dalla sua coscienza finita divenendo una e identica con l’infinito“. Il prof. Wilder dice che e la condizione più elevata, ma non è di durata permanente ed è raggiungibile solo da pochi, pochissimi individui.

In realtà, è identica a quello stato che in India è conosciuto come Samadhi, Praticato dagli Yogi che lo facilitano fisicamente con la più grande astinenza nel cibo e nel bere e, mentalmente, con un incessante sforzo per purificare ed elevare la mente stesa. La meditazione è una preghiera silenziosa e senza parole o, come Platone la esprime:”L’ardente aspirazione dell’anima al divino; non per chiedere qualche bene particolare (secondo il significato comune della Preghiera) ma per il bene stesso, per il Bene supremo ed universale”di cui noi siamo una parte sulla terra, e dalla cui essenza tutti siamo scaturiti, Perciò. aggiunge Platone,” rimani silenzioso alla presenza degli esseri divini, fino a quando essi non tolgano la nebbia dai tuoi occhi e ti rendano capace di vedere, per la luce che sprigiona da loro stessi, non ciò che a te appare bene, ma ciò che intrinsecamente è il bene”.19

INT. La Teosofia non è dunque, come intendono alcuni, uno schema inventato recentemente?

TEO. Solo gli ignoranti possono considerarla in tal modo. La Teosofia è antica quanto il mondo, se non nel nome, nei suoi insegnamenti e nella sua etica, ed è pure il più vasto ed universale di tutti i sistemi.

INT. Come mai, allora, è rimasta così poco conosciuta alle nazioni occidentali? Perché avrebbe dovuto restare un libro chiuso per delle razze ritenute le più colte e progredite?

TEO. Noi crediamo che nell’antichità ci siano state nazioni altrettanto colte e di certo spiritualmente più”progredite”delle nostre. Ci sono comunque diverse ragioni per questa voluta ignoranza. Una di esse fu data da san Paolo ai dotti di Atene: la perdita, per lunghi secoli, di una vera visione, e anche solo di un interesse spirituale, dovuti alla loro troppo grande devozione per le cose dei sensi ed alla schiavitù alla lettera morta del dogma e del ritualismo.

Ma la ragione principale sta nel fatto che la vera Teosofia è sempre stata tenuta segreta.

INT. Lei ha fornito alcune prove dell’esistenza in passato di una simile segretezza. Ma quale ne fu il vero motivo?

TEO. Due furono le cause: primo, la perversità della natura umana e il suo egoismo, che tende sempre a gratificare i desideri personali a detrimento del prossimo e dei nostri simili. A gente di tale natura non poteva certo essere impartito alcun segreto divino. Secondo, la loro incapacità a preservare dalla dissacrazione la conoscenza sacra e divina. Fu questa dissacrazione che condusse alla perversione dei simboli e delle verità più sublimi e alla graduale trasformazione delle cose spirituali in immagini antropomorfiche, concrete e grossolane — in altre parole, alla degradazione dell’idea di Dio e all’idolatria.

Teosofia non è Buddhismo

INT. Spesso si parla di voi teosofi come di”buddhisti esoterici”. Siete forse tutti seguaci di Gautama Buddha?

TEO. Non più di quanto i musicisti siano tutti seguaci di Wagner. Alcuni di noi sono buddhisti per religione; tuttavia nelle nostre file ci sono più indù e brahmini che buddhisti, e più europei e americani cristiani per nascita che buddhisti convertiti. L’errore è sorto dal non aver compreso il significato reale del titolo dell’eccellente opera di Sinnett Buddhismo Esoterico.

La parola doveva essere scritta con una sola”d”invece che con due, perché Budhismo avrebbe significato ciò che voleva dire, semplicemente”Dottrina della Sapienza” (Bodha, bodhi,”intelligenza”‘,”sapienza”) invece di Buddhismo, la filosofia religiosa di Gautama. La Teosofia, come ho già detto, è la RELIGIONE-SAGGEZZA.

INT. Qual è la differenza tra Buddhismo, la religione fondata dal principe di Kapilavastu, e Budhismo,”la Dottrina della Sapienza”‘ che dite essere sinonimo di Teosofia?

TEO. La stessa differenza che passa tra gli insegnamenti segreti del Cristo, chiamati”i misteri del regno dei cieli”, e il ritualismo e la teologia dogmatica posteriori delle Chiese e delle sette cristiane. Buddha significa”l’Illuminato”in virtù di Bodha, o comprensione, Sapienza.

Questa ha sviluppato rami e radici negli insegnamenti esoterici che Gautama impartì solo ai suoi Arhat scelti.

INT. Ma alcuni orientalisti negano che il Buddha abbia mai insegnato qualche dottrina esoterica.

TEO. Potrebbero pure negare che la natura ha qualche segreto nascosto per gli uomini di scienza. Più oltre ve lo proverò dalla conversazione del Buddha con il suo discepolo Ananda.

I suoi insegnamenti esoterici altro non erano se non la Gupta Vidya (conoscenza segreta) degli antichi brahmini, la cui chiave i loro moderni successori, salvo poche eccezioni, hanno completamente perduto. E questa Vidya è passata in ciò che è ora conosciuto come l’insegnamento interiore della Scuola Mahayana del Buddhismo del Nord. Coloro che lo negano non sono che degli ignoranti che si pretendono orientalisti. Le consiglio di leggere l’opera del rev. Edkins, Buddhismo Cinese, in particolare i capitoli sulle Scuole e sugli insegnamenti essoterici ed esoterici, e poi confrontare le testimonianze di tutta l’antichità su tale soggetto.

INT. Ma l’etica della Teosofia non è forse identica a quella insegnata dal Buddha?

TEO. Certamente, perché tale etica è l’anima della RELIGIONE-SAGGEZZA, e una volta era proprietà comune degli Iniziati di tutte le nazioni. Ma il Buddha fu il primo a incorporare questa etica superiore nei suoi insegnamenti pubblici e a farne il fondamento e la vera essenza del suo sistema pubblico. È qui che sta l’immensa differenza tra il Buddhismo essoterico ed ogni altra religione. Poiché, mentre nelle altre religioni il dogma e il ritualismo occupano il primo e più importante posto, nel Buddhismo è l’etica che è sempre stata tenuta in primo piano. Questo spiega la rassomiglianza che raggiunge quasi l’identità, tra l’etica della Teosofia e quella della religione del Buddha.

INT. Vi sono grandi differenze tra i due sistemi?

TEO. Una grande differenza tra la Teosofia e il Buddhismo essoterico è che quest’ultimo, com’è rappresentato dalla Chiesa del sud, nega completamente a) l’esistenza di qualsiasi divinità e, b) qualsiasi vita cosciente post-mortem o persino qualsiasi sopravvivenza autocosciente dell’individualità umana. Questo almeno è l’insegnamento della setta del Siam, ora considerata la forma più pura del Buddhismo essoterico. E così è, se ci riferiamo esclusivamente all’insegnamento pubblico del Buddha; più oltre dirò la ragione della sua reticenza su questo soggetto. Ma le Scuole della Chiesa buddhista del nord, instaurate in quei paesi dove i suoi Arhat Iniziati si ritirarono dopo la morte del Maestro, insegnano tutte quelle che ora vengono chiamate dottrine teosofiche, in quanto esse formano una parte della conoscenza degli Iniziati. Ciò prova quanto la verità sia stata sacrificata alla lettera morta dalla troppo zelante ortodossia del Buddhismo del Sud. Ma quanto più grande e più nobile, più filosofico e scientifico è questo insegnamento, persino nella sua lettera morta, di quello di ogni altra Chiesa o religione! Tuttavia, Teosofia non è Buddhismo.

 

Cap.2

Teosofia essoterica ed esoterica

Ciò che la Società Teosofica moderna non è

INT. Le vostre dottrine, allora, non sono una ripristinazione del Buddhismo, né sono integralmente copiate dalla Teosofia neoplatonica?

TEO. Non lo sono. Ma a queste domande non potrei darle risposta migliore che citando il passo di una conferenza sulla”Teosofia”, letta dal dott. J.D.Buck all’ultimo Congresso Teosofico di Chicago, America (aprile 1889). Nessun teosofo vivente ha meglio espresso e compreso la reale essenza della Teosofia quanto il nostro amico dott. Buck: La Società Teosofica fu organizzata allo scopo di divulgare le dottrine teosofiche e di promuovere la vita teosofica. La Società Teosofica attuale non è la prima di questo genere.

Io ho un volume intitolato”Atti Teosofici della Società Filadelfiana”pubblicato a Londra nel 1697; e un altro, pubblicato a Londra nel 1855 con il seguente titolo:” Introduzione alla Teosofia, o la Scienza del Mistero di Cristo; vale a dire, della Divinità, della Natura e della Creatura, comprendente la filosofia di tutti i poteri operanti della vita, magici e spirituali, e costituenti una guida pratica alla purezza e alla santità più sublimi, e alla perfezione evangelica; come pure al conseguimento della visione divina, e delle sante arti e potenze angeliche, e di altre prerogative della rigenerazione”. La dedica di questo volume è la seguente:

Agli studenti delle università, collegi e scuole della Cristianità; ai professori delle scienze metafisiche, meccaniche e naturali, in tutte le sue forme; agli uomini e donne di cultura in generale, di fondamentale fede ortodossa; ai deisti ariani, unitariani, swedenborgiani, e di altri credi imperfetti e senza fondamento, ai razionalisti e agli scettici di ogni genere; ai maomettani, agli ebrei, e ai fedeli delle religioni patriarcali dell’Oriente di mente illuminata; ma specialmente ai ministri e missionari evangelici presso i popoli barbari o intellettuali, è dedicata molto umilmente e affettuosamente questa introduzione alla Teosofia, o scienza del fondamento e del mistero di tutte le cose.

Nell’anno seguente (1856) fu pubblicato un altro volume di”Miscellanee Teosofiche”, in 8° reale, di 600 pagine, in caratteri Diamond. Se ne pubblicarono 500 copie soltanto, per una distribuzione gratuita a librerie e università. Questi primi Movimenti, che erano parecchi, nacquero all’interno della Chiesa, originati da persone di grande devozione e serietà, e di costumi irreprensibili; ma tutti questi scritti, dato che usavano espressioni cristiane, erano formalmente ortodossi per cui, come quello dell’eminente ecclesiastico William Law, si sarebbero fatti notare dal lettore comune soltanto per la loro grande serietà e religiosità. Non furono che tentativi per ottenere e spiegare i significati più profondi e l’importanza originaria delle Scritture cristiane, e per illustrare e spiegare la vita teosofica.

Queste opere furono presto dimenticate, ed ora sono generalmente sconosciute. Esse cercarono di riformare il clero e di far rivivere la genuina religiosità, ma non furono mai bene accolte. Una sola parola,”eresia”, bastava a seppellirle nel limbo di tutte le utopie consimili. All’epoca della Riforma, John Reuchlin fece un tentativo analogo che ottenne lo stesso risultato, benché egli fosse l’amico intimo e fidato di Lutero. Tali riformatori furono avvertiti, come Paolo fu avvertito da Festo, che il troppo sapere li aveva resi folli, e che sarebbe stato pericoloso spingersi oltre. Sorvolando sulla verbosità, che per questi scrittori era dovuta alle coercizioni religiose del potere secolare, e arrivando al cuore dell’argomento, quegli scritti erano teosofici nel senso più rigoroso, e concernevano unicamente la conoscenza dell’uomo circa la propria natura e la vita superiore dell’anima. Si è affermato talvolta che l’attuale Movimento teosofico è un tentativo di convertire il Cristianesimo al Buddhismo, il che significa semplicemente che la parola”eresia”non incute più terrore e ha perso il suo potere. In ogni epoca ci sono stati individui che hanno appreso più o meno chiaramente le dottrine teosofiche e le hanno incorporate nel tessuto delle loro vite. Queste dottrine non appartengono in esclusiva a nessuna religione, e non sono limitate a nessuna società o periodo. Esse sono il diritto di nascita di ogni anima umana. Una cosa come l’ortodossia deve essere risolta da ogni singolo individuo secondo la sua natura e le sue necessità, e secondo la sua mutevole esperienza. Questo potrebbe spiegare perché coloro che hanno immaginato che la Teosofia sia una nuova religione hanno cercato invano il suo credo e il suo rituale. Il suo credo è ”Lealtà alla verità”, e il suo rituale” Onorare ogni verità facendone uso”.

Quanto poco questo principio della fratellanza universale sia compreso dalla massa dell’umanità, quanto raramente sia riconosciuta la sua importanza trascendentale, lo si può vedere dalla diversità di opinione e dalle interpretazioni errate nei riguardi della Società Teosofica. Questa Società fu organizzata su un unico principio: l’essenziale fratellanza dell’uomo, come qui si è brevemente accennato ed imperfettamente esposto. La si è accusata di essere buddhista e anticristiana, come se fosse possibile che potesse essere l’una e l’altra contemporaneamente, dato che sia il Buddhismo che il Cristianesimo, come enunciati dai loro ispirati Fondatori, fanno della fratellanza l’unico elemento essenziale di dottrina e di vita. La Teosofia è stata considerata anche come qualcosa di nuovo sotto il sole o, nella migliore delle ipotesi, come un antico misticismo camuffato sotto un nuovo nome. Mentre è vero che molte Società, fondate per sostenere i principi dell’altruismo, ossia dell’essenziale fratellanza, hanno avuto varie denominazioni, è anche vero che molte di esse sono pure state chiamate teosofiche, ed ebbero principi e scopi simili a quelli dell’attuale Società che porta questo nome. In tutte queste Società la dottrina essenziale è stata la stessa, e tutto il resto era secondario, benché questo non impedisca che molte persone siano attratte dalle dottrine secondarie e trascurino o ignorino quelle essenziali“.

Nessuna risposta migliore o più esplicita potrebbe essere data alla sua domanda, da parte di un uomo che è uno dei nostri più stimati e seri teosofi.

INT. Quale sistema preferite o seguite, in tal caso, oltre l’etica buddhista?

TEO. Nessuno, e tutti. Non sosteniamo nessuna religione e nessuna filosofia in particolare: prendiamo il buono che troviamo in ciascuna. Ma qui, nuovamente, bisogna specificare che la Teosofia, come tutti gli altri antichi sistemi, è divisa nelle Sezioni essoterica ed esoterica.

INT. Qual è la differenza?

TEO. I membri della Società Teosofica sono in genere liberi di professare qualsiasi religione o filosofia, o nessuna, se lo preferiscono, purché condividano e siano pronti a mettere in pratica uno o più dei tre scopi dell’associazione. La Società è un organismo filantropico e scientifico per la propagazione dell’idea della fratellanza su linee pratiche anziché teoriche.

Gli associati possono essere cristiani o mussulmani, ebrei o parsi, buddhisti o brahmini, spiritualisti o materialisti, o uno studioso, un ricercatore delle antiche letterature ariane o di altre, o un indagatore psichico. In breve, egli deve aiutare, se può, a realizzare almeno uno degli obiettivi del programma. Altrimenti non ha alcuna ragione per diventare un”associato”. Tale è la maggioranza della Società essoterica, composta di membri “impegnati” e “non impegnati”.20 Questi ultimi possono o no diventare teosofi de facto. Sono membri perché fanno parte della Società; ma questa non può rendere teosofo chi non ha la percezione del rapporto divino delle cose, o chi intende la Teosofia in un suo modo — se questa espressione può essere usata — settario ed egoista.”È buono chi mette in pratica il bene”è una massima che in questo caso potrebbe essere parafrasata con:”È teosofo chi mette in pratica la Teosofia“.

Teosofi e membri della S.T.

INT. Se capisco bene, questo si applica ai membri ordinari. Ma ci sono quelli che seguono lo studio esoterico della Teosofia; sono essi i veri teosofi?

TEO. Non necessariamente, fino a che non si sono dimostrati tali. Sono entrati nel gruppo interno e si sono impegnati a osservare, il più rigorosamente possibile, le regole del corpo occulto.

E’ un’impresa difficile, perché la regola più importante di tutte è la completa rinuncia alla propria personalità — il che vuoi dire che un membro impegnato deve diventare un altruista perfetto, non deve mai pensare a se stesso, e deve dimenticare la sua vanità e il suo orgoglio pensando al bene di tutto il prossimo, oltre a quello dei suoi confratelli nel cerchio esoterico. Se avrà tratto profitto dalle istruzioni esoteriche, egli deve vivere una vita di astinenza in ogni cosa, di abnegazione e di rigorosa moralità, compiendo il suo dovere verso tutti gli uomini. I pochi veri teosofi, nella S.T., sono fra questi membri. Questo non implica che al di fuori della S.T. e del cerchio interno non ci siano teosofi; perché ce ne sono, e più di quanto si suppone; certamente più di quanti se ne possono trovare fra i membri laici della S.T.

INT. Qual è allora, in questo caso, il vantaggio di unirsi alla cosiddetta Società Teosofica?

Quale ne è l’incentivo?

TEO. Nessuno, eccetto il vantaggio di ricevere istruzioni esoteriche, le genuine dottrine della ”Religione-Saggezza”e, se il vero programma è eseguito, di ottenere molta assistenza dall’aiuto e dalla simpatia reciproca. L’unione è forza ed armonia, e degli sforzi simultanei e ben regolati fanno miracoli. Questo è stato il segreto di tutte le associazioni e comunità, da quando l’umanità esiste.

INT. Ma perché un uomo dalla mente equilibrata e con unità di proposito, un uomo, dico, di energia e perseveranza indomabili, non potrebbe diventare un occultista e persino un Adepto, pur lavorando da solo?

TEO. Lo potrebbe; ma ci sono diecimila possibilità contro una che fallirà. Una delle ragioni fra le tante è che non esistono oggi libri sull’Occultismo o sulla Teurgia che rivelino con linguaggio chiaro i segreti dell’alchimia o della Teosofia medioevale. Sono tutti simbolici e in parabole; e poiché in Occidente la chiave di tali segreti è stata perduta da secoli, come può un uomo apprendere il significato corretto di ciò che sta leggendo e studiando? Sta qui il pericolo”più grande”‘, quello che porta alla magia nera incosciente o alla più passiva medianità. Chi non ha per maestro un Iniziato, farà meglio ad abbandonare questo studio pericoloso. Si guardi intorno ed osservi. Mentre due terzi della società civilizzata ridicolizza la semplice idea che nella Teosofia, nell’Occultismo, nello spiritismo e nella Kabbala possa esserci qualcosa, l’altro terzo è composto dagli elementi più eterogenei ed opposti.

Alcuni credono nella mistica e persino nel soprannaturale (!), ma ognuno crede a modo suo. Altri si lanciano senza aiuto nello studio della Kabbala, dello psichismo, del mesmerismo, dello spiritismo, o in una qualsiasi altra forma di misticismo. Risultato: non ci sono due persone che la pensino allo stesso modo, non due che siano d’accordo su qualcuno dei fondamentali principi occulti, benché molti siano quelli che reclamano per sé l’ultima thule della conoscenza, e che vorrebbero far credere agli altri di essere degli Adepti in pieno sviluppo. Non solo non c’è conoscenza scientifica ed esatta di Occultismo che sia accessibile in Occidente — nemmeno della vera astrologia, l’unica branca dell’Occultismo che, nei suoi insegnamenti essoterici, ha delle leggi e un sistema ben definiti — ma non c’è nessuno che abbia una qualche idea di ciò che significa il vero Occultismo. Alcuni limitano la saggezza antica alla Kabbala e allo Zohar ebraico, che ognuno interpreta a modo suo secondo la lettera morta dei metodi rabbinici. Altri considerano Swedenborg o Boehme come l’ultima espressione della più elevata saggezza; mentre altri ancora vedono nel mesmerismo il grande segreto dell’antica magia. Tutti quelli che mettono in pratica la loro teoria sono rapidamente trascinati dall’ignoranza nella magia nera. Fortunati coloro che vi sfuggono, poiché non hanno né esperienza né criterio per poter distinguere tra il vero e il falso.

INT. Dobbiamo intendere che il gruppo interno della S.T. pretende di imparare ciò che compie dai veri Iniziati o Maestri della Sapienza esoterica?

TEO. Non direttamente. La presenza personale di tali Maestri non è necessaria. È sufficiente che essi diano istruzioni ad alcuni di quelli che hanno studiato per anni sotto la loro guida, e dedicato l’intera vita al loro servizio. Questi, a loro volta, possono impartire la conoscenza così ricevuta ad altri che non hanno avuto un’opportunità simile. È meglio una porzione delle vere scienze che un ammasso di conoscenza non digerita e mal compresa. Un’oncia d’oro vale più di una tonnellata di polvere.

INT. Ma come si può sapere se l’oncia è oro vero o se è solo una contraffazione?

TEO. Un albero si conosce dai suoi frutti, un sistema dai suoi risultati. Quando i nostri oppositori saranno capaci di provarci che c’è stato nel corso dei secoli qualche solitario studioso di Occultismo che è diventato un santo Adepto come Ammonio Sacca, o anche Plotino, oppure un teurgo come Giamblico, o che ha compiuto fatti simili a quelli attribuiti a Saint Germain, senza la guida di nessun maestro, e tutto ciò senza essere un medium, uno psichico auto-illuso o un ciarlatano, allora confesseremo di esserci sbagliati. Ma fino ad allora, i teosofi preferiscono seguire la provata legge naturale della tradizione della Scienza Sacra.

Ci sono mistici che hanno fatto grandi scoperte nella chimica e nelle scienze fisiche, rasentando quasi l’alchimia e l’Occultismo; altri che, con il solo aiuto del loro genio, hanno riscoperto in parte, se non del tutto, l’alfabeto perduto del”Linguaggio del Mistero”e sono quindi in grado di leggere correttamente i rotoli di pergamena ebraici; altri ancora che, essendo chiaroveggenti, hanno afferrato al volo meravigliose visioni fugaci dei segreti nascosti della Natura. Ma tutti questi sono degli specialisti. Uno è un inventore teorico, un altro un settario kabbalista ebreo, un terzo uno Swedenborg dei tempi moderni che nega tutto ciò che è al di fuori della sua particolare scienza o religione. Nessuno di loro può vantarsi di aver causato in conseguenza di ciò un beneficio universale, o anche nazionale, e neppure a se stesso. Ad eccezione di pochi guaritori — di quel genere che il Collegio Reale dei medici e chirurghi qualificherebbe ciarlatani — nessuno di essi ha aiutato con la sua scienza l’umanità, neppure qualcuno della sua stessa comunità. Dove sono gli antichi caldei, coloro che operavano meravigliose guarigioni non “con gli incantesimi ma con i semplici”? Dov’è un Apollonio di Tiana, che guariva i malati e faceva resuscitare i morti sotto ogni clima e in ogni circostanza? Conosciamo in Europa alcuni specialisti della prima categoria ma non ne conosciamo nessuno dell’ultima, eccetto in Asia, dove è ancora custodito il segreto dello Yogi “di vivere nella morte”.

INT. Produrre simili Adepti guaritori è lo scopo della Teosofia?

TEO. I suoi scopi sono diversi; ma i più importanti sono quelli che mirano a sollevare la sofferenza umana sotto qualsiasi forma, morale e fisica. E crediamo che la sofferenza morale sia molto più importante di quella fisica. La Teosofia deve inculcare l’etica; deve purificare l’anima se vuole risanare il corpo fisico, i cui mali, salvo i casi di accidenti, sono tutti ereditari.

Non è studiando l’Occultismo a scopi egoistici, per soddisfare la propria ambizione personale, l’orgoglio o la vanità, che si può raggiungere il vero scopo: quello di aiutare l’umanità sofferente. Non è studiando una sola branca della filosofia esoterica che si diventa occultista, ma studiandole, se non padroneggiandole tutte.

INT. Allora l’aiuto per raggiungere questo scopo tanto importante è dato solo a chi studia le scienze esoteriche?

TEO. Niente affatto. Qualsiasi membro laico, se solo lo vuole, ha diritto ad un’istruzione generale; ma pochi sono disposti a diventare i cosiddetti”membri attivi”, ed i più preferiscono restare i parassiti della Teosofia. Sia ben chiaro che nella S.T. la ricerca privata è incoraggiata, purché non sorpassi il limite che separa l’essoterico dall’esoterico, la magia cieca da quella consapevole.

La differenza fra Teosofia e Occultismo

INT. Lei parla di Teosofia e di Occultismo: sono identici?

TEO. Niente affatto. Invero un uomo può essere un ottimo teosofo, sia dentro che fuori la Società, senza essere in alcun modo un occultista. Ma nessuno può essere un vero occultista senza essere un vero teosofo; in caso contrario è semplicemente un mago nero, che ne sia cosciente o no.

INT. Che intende dire?

TEO. Ho già detto che un vero teosofo deve mettere in pratica l’ideale morale più elevato, deve cercare di realizzare la sua unità con l’intera umanità c lavorare incessantemente per gli altri. Ora, se un occultista non fa tutto questo, deve necessariamente agire egoisticamente per il proprio vantaggio personale; e se ha acquisito più potere effettivo degli altri uomini ordinari, diventa immediatamente per il mondo e per quelli che lo circondano un nemico molto più pericoloso del comune mortale. Questo è chiaro.

INT. Quindi, un occultista è semplicemente un uomo che possiede più potere delle altre persone?

TEO. Molto di più, se è un occultista vero e realmente addestrato, e non solo di nome. Le scienze occulte non sono, come vengono descritte nelle enciclopedie,”quelle scienze immaginarie del medioevo riguardanti la supposta azione o influenza di qualità occulte o di poteri soprannaturali, come l’alchimia, la negromanzia e l’astrologia“, perché queste sono effettivamente scienze reali, e molto pericolose. Esse insegnano la potenza segreta delle cose in Natura, sviluppando e coltivando i poteri celati”latenti nell’uomo”e dandogli, così, tremendi vantaggi sulle persone più ignoranti. L’ipnotismo, oggi diventato così comune e soggetto di una seria ricerca scientifica, ne è appunto un buon esempio. Il potere ipnotico è stato scoperto quasi per caso, sulla strada che gli era stata aperta dal mesmerismo; e ora un abile ipnotizzatore può fare con esso quasi tutto, come costringere un uomo che non è cosciente a divertire gli altri facendo il buffone, o a commettere un crimine — spesso su commissione dell’ipnotizzatore o a beneficio di quest’ultimo. Non è questo un potere terribile se lasciato nelle mani di persone senza scrupoli? E tenga presente che questa è soltanto una delle branche minori dell’Occultismo.

INT. Ma tutte queste scienze occulte, magiche e di stregoneria, non sono considerate dalle persone più colte e istruite un rimasuglio di antica ignoranza e superstizione?

TEO. Mi permetta di ricordarle che questa sua critica è a doppio taglio. I”più colti e istruiti” fra voi considerano anche la Cristianità ed ogni altra religione un rimasuglio di antica ignoranza e superstizione. Ad ogni modo, la gente comincia ora a credere nell’ipnotismo e alcuni — anche dei più colti — nella Teosofia e nei fenomeni. Ma chi fra loro, eccetto i predicatori e i fanatici ciechi, ammetterà di credere nei miracoli biblici? Ed è qui che vien fuori la differenza. Ci sono teosofi molto buoni e puri che possono credere nel soprannaturale, miracoli divini inclusi, ma nessun occultista ci crederà mai. Perché un occultista pratica la Teosofia scientifica, basata su una accurata conoscenza dei processi segreti della Natura; ma un teosofo, praticando i poteri chiamati anormali minus la luce dell’Occultismo, tenderà semplicemente verso una pericolosa forma di medianità perché, pur attenendosi alla Teosofia e al suo codice di etica che è il più elevato che si possa concepire, egli la pratica nel buio, con una fede sincera ma cieca. Chiunque, teosofo o spiritista, tenti di coltivare una delle branche della scienza occulta — ipnotismo, mesmerismo, o persino i segreti per produrre fenomeni fisici, ecc. — senza la conoscenza del fondamento logico filosofico di questi poteri, è come una barca senza timoniere lanciata su un oceano in tempesta.

La differenza fra Teosofia e Spiritismo

INT. Ma voi non credete nello spiritismo?

TEO. Se per”spiritismo”intende la spiegazione che gli spiritisti danno di alcuni fenomeni anormali, allora decisamente non ci crediamo. Gli spiritisti sostengono che queste manifestazioni sono prodotte tutte dagli”spiriti”di persone morte, generalmente loro parenti, che ritornano sulla terra, essi dicono, per comunicare con coloro che hanno amato o ai quali sono attaccati. Noi lo neghiamo decisamente. Asseriamo che gli spiriti dei morti non possono ritornare sulla terra — salvo in casi rari ed eccezionali dei quali potrò parlare in seguito; né comunicano con gli uomini se non con mezzi del tutto soggettivi. Ciò che effettivamente appare non è che il fantasma dell’ex uomo fisico. Ma nello spiritismo psichico e, per così dire,”spirituale”, noi ci crediamo, e molto fermamente.

INT. Respingete anche i fenomeni?

TEO. Certamente no, salvo i casi di frode consapevole.

INT. Come li spiegate, allora?

TEO. In molti modi. Le cause di queste manifestazioni non sono affatto così semplici come agli spiritisti piacerebbe credere. Innanzitutto, il deus ex machina delle cosiddette” materializzazioni” è di solito il corpo astrale o “doppio” del medium o di qualcuno dei presenti.

Questo corpo astrale è anche il produttore o la forza che agisce nelle manifestazioni di scrittura su lavagna, in quelle affini dei”Davemport”‘, e così via.

INT. Lei dice “di solito”; che cosa è allora che produce il resto?

TEO. Questo dipende dalla natura delle manifestazioni. Talvolta sono i resti astrali, i “gusci” kamalochici delle personalità svanite; altre volte sono gli Elementali. “Spirito”è una parola dai molteplici e vasti significati. In realtà, non so cosa gli spiritisti intendono con tale termine; ma da quello che comprendiamo, affermano che i fenomeni fisici sono prodotti dall’Ego reincarnante, “l’individualità” spirituale e immortale. E noi respingiamo interamente questa ipotesi. L’individualità cosciente del disincarnato non può materializzarsi né può ritornare dalla propria sfera mentale devacianica al piano dell’oggettività terrestre?21

INT. Però molte delle comunicazioni ricevute dagli”spiriti”dimostrano non solo intelligenza, ma anche una conoscenza di fatti ignorati dal medium e talvolta perfino non coscientemente presenti alla mente dell’investigatore, o a nessuno dei presenti.

TEO. Questo non prova necessariamente che l’intelligenza e la conoscenza di cui lei parla appartengono agli spiriti, o che emanano da anime disincarnate. Si conoscono casi di sonnambuli che mentre erano in stato di trance hanno composto musica e poesie ed hanno risolto problemi matematici senza che avessero mai imparato musica o matematica. Altri hanno risposto con intelligenza alle domande loro poste, e in alcuni casi hanno persino parlato l’ebraico o il latino, che ignoravano completamente quando erano svegli — e tutto ciò, in uno stato di profondo sonno. Vorrebbe sostenere, dunque, che tutto questo era causato dagli “spiriti”?

INT. Ma voi come lo spiegate?

TEO. Noi asseriamo che essendo la scintilla divina nell’uomo una e identica nella sua essenza con lo Spirito Universale, il nostro”Sé spirituale”è praticamente onnisciente, ma non può manifestare la sua conoscenza a causa degli impedimenti della materia. Più questi impedimenti sono rimossi, in altre parole, più il corpo fisico è paralizzato per quanto concerne la propria attività indipendente e la propria coscienza, come nel sonno profondo o nella trance profonda o, ancora, nelle malattie, più il Sé interiore può manifestare pienamente la sua conoscenza su questo piano. Questa è la nostra spiegazione di quei fenomeni veramente meravigliosi di un ordine superiore, in cui sono innegabilmente esibite intelligenza e conoscenza.

Quanto alle manifestazioni di ordine più basso, come i fenomeni fisici e le insulsaggini e i luoghi comuni degli”spiriti”in generale, per spiegare anche solo qualcuno dei più importanti insegnamenti che abbiamo sull’argomento, sarebbero necessari molto più spazio e tempo di quanto ce ne possiamo qui permettere. Non abbiamo nessun desiderio di interferire con la credenza degli spiritisti più che con qualsiasi altra credenza. L’onus probandi deve cadere su quelli che credono negli”spiriti”. E attualmente i loro leaders ed i più colti e intelligenti fra gli spiritisti, pur essendo ancora convinti che le manifestazioni di ordine superiore avvengono tramite le anime disincarnate, sono i primi a riconoscere che non tutti i fenomeni sono prodotti dagli spiriti. Gradatamente arriveranno a riconoscere l’intera verità; ma nel frattempo non abbiamo né il diritto né il desiderio di convertirli al nostro modo dì vedere. E ciò tanto meno perché, quando si tratta di manifestazioni puramente psichiche e spirituali, noi crediamo nella comunicazione reciproca fra lo spirito dell’uomo e quello delle personalità disincarnate.22

INT. Questo significa che respingete in toto la filosofia dello spiritismo?

TEO. Se per “filosofia” lei intende le loro teorie approssimative, la respingiamo. Ma essi, in verità, non hanno filosofia. Lo dicono i loro migliori, più intellettuali e seri difensori. Nessuno, eccetto un cieco materialista della “Scuola di Huxley” potrebbe negare la loro sola ed inconfutabile verità, vale a dire che i fenomeni avvengono attraverso i medium e sono controllati da forze invisibili ed intelligenti. Riguardo alla loro filosofia, comunque, mi permetto di leggerle ciò che dice di loro e della loro filosofia il competente editore del Light, nel quale gli spiritisti potrebbero ravvisare il più saggio e devoto difensore. Ecco dunque ciò che scrive della loro mancanza di organizzazione e della loro cieca bigotteria “M.A.Oxon”, uno dei pochissimi spiritisti filosofici:

Questo punto merita un’attenta considerazione, poiché è di un’importanza vitale. Noi abbiamo un’esperienza e una conoscenza al cui confronto ogni altra conoscenza è relativamente insignificante. Lo spiritista comune va su tutte le furie se qualcuno osa contestare la sua sicura conoscenza del futuro e la sua assoluta certezza della vita a venire. Dove altri uomini hanno proteso titubanti le mani brancolando nel buio del futuro, egli cammina baldanzoso come chi ha una carta topografica e conosce la via da percorrere. Dove altri uomini non sono andati oltre una pia aspirazione o si sono accontentati di una fede ereditata, egli si vanta di conoscere ciò in cui altri credono soltanto, e di poter integrare con le sue ricche riserve le vacillanti fedi costruite soltanto sulla speranza. È splendido quando traffica con le più amate aspettative dell’uomo.”Voi sperate”sembra dire”in ciò che io posso dimostrare. Voi avete accettato una fede tradizionale in ciò che io posso provare sperimentalmente secondo il metodo scientifico più rigoroso. Le antiche credenze stanno svanendo, abbandonatele e separatevene. Esse contengono sia falsità che verità. Solo costruendo sulle fondamenta sicure di fatti dimostrati, la vostra sovrastruttura può essere stabile. Tutt’intorno a voi le vecchie fedi vacillano. Evitate il crollo e fuggite”.

Quando si viene a contatto con tale munifica persona nella pratica, qual è il risultato?

Molto strano e molto deludente. Egli è così sicuro della sua posizione che non si prende il disturbo di appurare l’interpretazione che altri danno ai suoi dati di fatto. La Sapienza dei secoli si è dedicata alla spiegazione di ciò che egli considera a buon diritto come provato; ma lui non rivolge nemmeno un’occhiata fugace a quelle ricerche. Non è completamente d’accordo nemmeno con il suo fratello spiritista. Ancora una volta, si ripete la storia della vecchia scozzese che assieme a suo marito formava una”chiesa”. Essi soli avevano le chiavi del paradiso o, piuttosto, le aveva lei sola, perché non era”proprio sicura nemmeno di Jamie”. Nello stesso modo le infinite sette, divise, suddivise c risuddivise degli spiritisti scuotono la testa e”non sono sicure”l’una dell’altra. Ora, l’esperienza collettiva dell’umanità è solida e immutabile su questo punto, sul fatto cioè che l’unione è forza e che la disunione è sorgente di debolezza e di fallimento. Spalla a spalla, esercitata e disciplinata, una marmaglia diventa un’armata, ogni uomo diventa una miccia per cento uomini non allenati che potrebbero essergli scagliati contro. L’organizzazione, in ogni campo del lavoro umano, significa successo, risparmio di tempo e di lavoro, profitto e sviluppo. Mancanza di metodo, mancanza di programma, lavoro fatto a caso, spreco di energia, sforzi non coordinati, significano penoso insuccesso. La voce dell’umanità attesta la verità.

Ne accetta lo spiritista il verdetto e vuole conformarsi alle sue conseguenze?

Certamente no. Egli rifiuta di organizzarsi. Egli è legge a se stesso, nonché una spina nel fianco del suo prossimo (Light, 22 giugno 1889).

INT. Mi è stato detto che, originariamente, la Società Teosofica è stata fondata per abbattere lo spiritismo e la credenza nella sopravvivenza dell’individualità nell’uomo.

TEO. Lei è male informato. Le nostre credenze sono tutte basate su questa individualità immortale.

Ma anche lei, come molti altri, confonde la personalità con l’individualità. I vostri psicologi occidentali non sembrano aver stabilito una chiara distinzione fra i due termini.

Eppure è proprio questa differenza che costituisce la nota dominante per comprendere la filosofia occidentale, ed è alla radice della divergenza fra gli insegnamenti teosofici e quelli spiritisti. E sebbene questo può attirarci ancora di più l’ostilità di alcuni spiritisti, pure devo affermare qui che è la Teosofia ad essere il vero e puro spiritismo mentre lo schema moderno con questo nome, così com’è praticato dalle masse, è semplicemente materialismo trascendentale.

INT. La prego di spiegare meglio la sua idea.

TEO. Intendo dire che benché i nostri insegnamenti insistano sull’identità dello spirito e della materia, e benché noi affermiamo che lo spirito è materia potenziale e la materia semplicemente spirito cristallizzato (come il ghiaccio è vapore solidificato), tuttavia, dato che la condizione originaria ed eterna di tutto non è spirito ma è, per così dire, meta-spirito (essendo la materia visibile e solida solo la sua manifestazione periodica), noi sosteniamo che il termine spirito può essere applicato solo alla vera individualità.

INT. Ma qual è la distinzione fra questa”vera individualità”e 1’“Io”o”Ego”, del quale tutti siamo coscienti?

TEO. Prima di poterle rispondere dobbiamo accordarci su ciò che lei intende per”Io”o”Ego”. Noi distinguiamo tra il fatto semplice dell’auto-coscienza, cioè il semplice sentimento che”Io sono Io“, e il complesso pensiero che”Io sono il signor Smith”o”la signora Brown“.

Credendo come facciamo noi in una serie di nascite per lo stesso Ego, o reincarnazioni, questa distinzione è il pilastro fondamentale dell’intera idea. Lei vede che”Signor Smith”significa in realtà una lunga serie di esperienze quotidiane legate assieme dal filo della memoria e costituenti ciò che il signor Smith chiama se stesso. Ma nessuna di queste “esperienze” sono realmente l’“Io” o l’“Ego”, né danno al”signor Smith”‘ la sensazione che egli è se stesso, perché egli dimentica la maggior parte delle sue esperienze quotidiane, ed esse producono in lui il sentimento dell’Egoità soltanto mentre durano. Noi teosofi, quindi, facciamo distinzione fra questo cumulo di “esperienze”, che chiamiamo la falsa (perché finita ed evanescente) personalità, e quell’elemento nell’uomo a cui è dovuto il sentimento dell’“Io sono Io“. E questo”Io sono Io”che noi chiamiamo la vera individualità; e diciamo che questo”Ego”‘ o individualità interpreta, come un attore, molte parti sulla scena della vita.23 Chiamiamo ogni nuova vita sulla terra dello stesso Ego una serata sul palcoscenico di un teatro. Una sera l’attore, o”Ego”, appare come”Macbeth”, la successiva come “Shylock”, la terza come”Romeo”, la quarta come”Amleto”o”Re Lear”, e così via, fino a che ha percorso l’intero ciclo delle incarnazioni. L’Ego inizia il suo pellegrinaggio della vita come un folletto, un”Ariele”o un “Puck”; interpreta la parte di una comparsa, è un soldato, un servo, uno del coro; si eleva quindi a “parti parlanti”, gioca róles principali alternati a parti insignificanti, per ritirarsi infine dalla scena come”Prospero”, il mago.

INT. Capisco. Lei dice, allora, che questo vero Ego non può ritornare sulla terra dopo la morte. Ma certamente l’attore, se ha conservato il senso della sua individualità, è libero di ritornare, se lo vuole, sulla scena delle sue azioni precedenti.

TEO. Noi diciamo di no, semplicemente perché un tale ritorno alla terra sarebbe incompatibile con qualsiasi stato di pura beatitudine dopo la morte, come sono pronto a provare. Noi diciamo che un uomo soffre tanta immeritata infelicità durante la vita, per colpa di altri a cui è associato o a causa del suo ambiente, che ha certamente diritto al riposo perfetto e alla quiete, se non alla beatitudine, prima di prendere nuovamente il fardello della vita. Comunque, potremo discutere di questo dettagliatamente in seguito.

Perché la Teosofia è accettata?

INT. Comprendo fino a un certo punto; ma vedo anche che i vostri insegnamenti sono molto più complicati e metafisici di quelli degli spiritisti o del pensiero religioso corrente. Può dirmi, allora, perché questo sistema della Teosofia ha suscitato, come lei sostiene, tanto interesse e tanta animosità allo stesso tempo?

TEO. Ci sono numerose ragioni per questo, io credo; fra le altre cause che si potrebbero menzionare c’è, in primo luogo, la grande reazione da parte delle crasse teorie materialiste ora prevalenti fra gli insegnanti di scienza. In secondo luogo, la generale insoddisfazione nei confronti della teologia artificiosa delle varie Chiese cristiane, e il numero sempre in aumento delle sette in conflitto. In terzo luogo, una percezione sempre crescente del fatto che i credi che sono tanto in contraddizione con se stessi — e fra di loro — non possono essere veri, e che le pretese che essi siano inverificabili non possono essere reali. Questa naturale sfiducia nei confronti delle religioni convenzionali è ancor più rafforzata dal loro completo fallimento nel preservare i principi morali e nel purificare la società e le masse. In quarto luogo, una convinzione da parte di molti, e la conoscenza da parte di pochi, che deve esserci da qualche parte un sistema religioso e filosofico che sia scientifico, e non solamente speculativo. Infine, una convinzione, forse, che un tale sistema debba essere ricercato in insegnamenti molto anteriori ad ogni fede moderna

INT. Ma perché questo sistema è stato presentato proprio ora?

TEO. Proprio perché il momento fu ritenuto adatto, com’è provato dallo sforzo di tanti studiosi decisi a raggiungere la verità, a qualunque costo e dovunque possa essere celata. Vedendo questo, i suoi custodi hanno permesso che fossero promulgate almeno alcune parti di queste verità. Se la formazione della Società Teosofica fosse stata ritardata di qualche anno, una metà delle nazioni civili sarebbe nel frattempo diventata ufficialmente materialista e l’altra metà antropomorfica e fenomenalista.

INT. dobbiamo considerare in qualche modo la Teosofia come una rivelazione?

TEO. In nessun modo, nemmeno nel senso di una nuova e diretta rivelazione da parte di alcuni esseri superiori, soprannaturali o, quanto meno, sovrumani, ma solo nel senso di uno “svelamento” di antiche, molto antiche verità, alle menti fino ad ora ignare di esse, ignare persino dell’esistenza e della preservazione di qualche conoscenza arcaica del genere.24

INT. Lei parla di”persecuzione”. Se la verità è come quella rappresentata dalla Teosofia, perché questa ha incontrato tanta opposizione e non la generale accettazione?

TEO. Anche questo per molte e svariate ragioni, una delle quali la diffidenza sentita dagli uomini per le “innovazioni”, come essi le chiamano. L’egoismo è essenzialmente conservatore, e detesta essere disturbato. Preferisce il quieto vivere, l’inesattezza della menzogna alla più grande verità, se quest’ultima richiede il sacrificio della più piccola comodità. Il potere dell’inerzia mentale è grande in qualsiasi cosa che non prometta beneficio immediato e ricompensa. La nostra epoca è preminentemente antispirituale e prosaica. Inoltre, c’è il carattere poco familiare degli insegnamenti teosofici; nonché la natura molto astrusa delle dottrine, alcune delle quali contraddicono chiaro e tondo molte di quelle stravaganze care ai settari che hanno rosicchiato proprio nel cuore delle credenze popolari. Se vi aggiungiamo gli sforzi personali e la grande purezza di vita che si esige da coloro che vorrebbero diventare discepoli del cerchio interno, e il numero molto limitato delle persone attratte da un codice di vita che fa appello ad un’assoluta abnegazione, sarà facile percepire la ragione per cui la Teosofia è condannata a progredire tanto lentamente e faticosamente. Essa è essenzialmente la filosofia di coloro che soffrono e che hanno perso ogni speranza di essere aiutati a uscire dal fango della vita con qualche altro mezzo. Inoltre, la storia di ogni sistema di fede o di etica introdotto in un suolo straniero insegna che i suoi inizi sono stati sempre impediti da ogni sorta di ostacoli che l’oscurantismo e l’egoismo potevano suggerire. Invero, “La corona dell’innovatore è una corona di spine“! Nessuna demolizione di vecchi edifici corrosi dai vermi può essere compiuta senza qualche pericolo.

INT. Tutto questo si riferisce essenzialmente all’etica e alla filosofia della S.T.. Può darmi un’idea generale della Società stessa, dei suoi obiettivi e statuti?

TEO. Questo non è mai stato un segreto. Chieda, e riceverà risposte accurate.

INT. Ho sentito dire che sareste vincolati da alcuni impegni.

TEO. Solo nella Sezione arcana oesoterica”.

INT. E ho anche sentito che alcuni membri, dopo essere usciti da questa Sezione, non si sono considerati vincolati dagli impegni assunti. Hanno ragione?

TEO. Questo dimostra che la loro idea dell’onore è un’idea imperfetta. Come possono aver ragione? Sul Path,25 il nostro organo teosofico a New York, è stato molto ben trattato un caso simile:”Supponiamo che un soldato venga giudicato per aver infranto il giuramento e la disciplina, e venga destituito dal servizio. Furioso contro la giustizia che lo aveva punito, e delle cui penalità era stato chiaramente preavvisato, il soldato passa al nemico fornendogli false informazioni e, diventato una spia e un traditore per vendicarsi del suo antico Capo, afferma che la punizione subita lo ha prosciolto dal suo giuramento di lealtà verso la causa“. È giustificabile, secondo lei? Non pensa che meriti di essere chiamato un uomo senza onore, un vile?

INT. Lo credo; ma altri non la pensano così.

TEO. Peggio per loro. Ma, se vuole, parleremo di quest’argomento in seguito.

 


3

Il sistema di lavoro della S.T.

Gli obiettivi della Società

INT. Quali sono gli obiettivi della Società Teosofica?

TEO. Sono tre, e sono stati tali fin dall’inizio.

1) Formare il nucleo di una fratellanza universale dell’umanità senza distinzione di razza, colore o credo.

(2) Promuovere lo studio delle Scritture ariane e di altre, della religione e delle scienze del mondo, e rivendicare l’importanza dell’antica letteratura asiatica, cioè delle filosofie brahmaniche, buddhiste e zoroastriane.

(3) Investigare i misteri nascosti della Natura sotto ogni aspetto possibile, e in particolare i poteri psichici e spirituali latenti nell’uomo. Questi sono, in linea di massima, i tre scopi principali della Società Teosofica.

INT. Può darmene qualche informazione più dettagliata?

TEO. Possiamo dividere ognuno dei tre scopi in tante clausole esplicative quante ne possono essere necessarie.

INT. Cominciamo allora con il primo. A quali mezzi ricorrerebbe, per promuovere un tale sentimento di fratellanza tra razze che sappiamo appartenere a religioni, costumi e modi di pensare i più diversi?

TEO. Mi permetta di aggiungere ciò che lei sembra restio ad esprimere. Naturalmente sappiamo che ad eccezione di due residui di razze — i parsi e gli ebrei — ogni nazione è divisa ed è in conflitto non solo con tutte le altre nazioni, ma anche internamente. Questo si riscontra soprattutto fra le cosiddette nazioni civili cristiane. Da qui la sua meraviglia, e la ragione per cui il nostro primo scopo le sembra una utopia. Non è così?

INT. Ebbene, sì; ma cosa ha da dire contro questo?

TEO. Nulla contro il fatto; ma molto circa la necessità di rimuovere le cause che al momento rendono la fratellanza universale un’utopia.

INT. Quali sono, secondo lei, queste cause?

TEO. In primo luogo e preminentemente, il naturale egoismo della natura umana. Questo egoismo, invece di essere sradicato, è quotidianamente rafforzato e stimolato a diventare un sentimento feroce ed irresistibile dall’attuale educazione religiosa, che tende non solo ad incoraggiarlo, ma anche a giustificarlo concretamente. Le idee della gente circa il giusto e l’ingiusto sono state interamente pervertite dall’accettazione letterale della Bibbia ebraica.

Tutta l’abnegazione degli insegnamenti altruistici di Gesù è diventata semplicemente un soggetto teorico per l’oratoria dal pulpito; mentre i precetti di egoismo pratico insegnati nella Bibbia mosaica, contro i quali Cristo ha tanto inutilmente predicato, sono diventati parte integrante nella vita più intima delle nazioni occidentali.”Occhio per occhio, dente per dente”è diventata la prima massima della vostra legge. Ora, io dichiaro apertamente e senza paura che la perversità di questa dottrina e di tante altre può essere sradicata solo dalla Teosofia.

  (...)

NOTE:

15  Chiamati anche analogisti. Come è stato spiegato dal prof. Alexander Wilder (membro della Società Teosofica) nella sua opera Eclectic Philosophy, furono così chiamati per il loro metodo di interpretare tutte le leggende sacre e i racconti, i miti e i misteri, secondo una regola o principio di analogia e di corrispondenza: tutti gli avvenimenti riferiti come accaduti nel mondo esterno erano considerati manifestazioni di esperienze dell’anima umana. Sono stati anche denominati neoplatonici. Benché la Teosofia, o il sistema teosofico eclettico, venga generalmente fatta risalire al III secolo d.C., tuttavia, se si deve prestar fede a Diogene Laerzio, la sua origine è molto più antica, poiché egli attribuisce il sistema a un sacerdote egiziano, Pot-Amun, che visse ai primi tempi della dinastia dei Tolomei [sorta dopo la conquista dell’Egitto da parte di Alessandro il Grande; inizia perciò nel III secolo a.C., N.d.T.]. Lo stesso autore ci dice inoltre che il nome di questo sacerdote è copto e significa consacrato ad Amun, il dio della Sapienza. Teosofia è l’equivalente di Brahm-Vidya, conoscenza divina.

16  La Teosofia eclettica comprendeva tre capisaldi fondamentali: (1) La credenza in una Divinità unica, assoluta, incomprensibile e suprema, o infinita essenza, radice di tutta la natura e di tutto l’esistente visibile ed invisibile. (2) La credenza nella natura immortale ed eterna dell’uomo, perché essendo essa una radiazione dell’Anima Universale, è della sua medesima essenza. (3) La Teurgia, oattività divina”che genera un’azione degli dèi, da theoì (“dèi”) ed ergein (“agire”). Il termine è molto antico ma appartenendo al linguaggio proprio dei Misteri non era di uso popolare. Era una credenza mistica — dimostrata praticamente da Adepti Iniziati e da sacerdoti — che l’uomo, rendendosi puro come gli esseri incorporei, cioè ritornando alla primitiva purezza della propria natura, potesse stimolare gli dèi a rivelargli i misteri divini e persino indurli qualche volta a rendersi visibili, sia soggettivamente che oggettivamente. Era l’aspetto trascendentale di ciò che ora è chiamato spiritismo, ma essendo stata travisata e mal compresa dal volgo, la Teurgia finì con l’essere considerata da alcuni necromanzia, e fu generalmente proibita. Una pratica travisata della Teurgia di Giamblico persiste tuttora nel cerimoniale magico di alcuni kabbalisti moderni. La Teosofia moderna evita e respinge entrambi questi tipi di magia e di”negromanzia”perché sono molto pericolosi. La vera Teurgia divina richiede una purezza ed una santità di vita quasi sovrumana; altrimenti degenera nella medianità o nella magia nera. I discepoli diretti di Ammonio Sacca, il quale era chiamato Theodidaktos,”istruito da Dio”— quali Plotino e il suo seguace Porfirio — inizialmente respinsero la Teurgia ma si riconciliarono infine con essa attraverso Giamblico che scrisse a tale scopo un’opera dal titolo De Mysteriis, sotto il nome del suo maestro, un famoso sacerdote chiamato Abammon. Ammonio Sacca era figlio di genitori cristiani, ma avendo respinto fin dall’infanzia la spiritualità dogmatica del cristianesimo, divenne un neoplatonico e si dice che, similmente a Jacob Boehme e ad altri grandi Veggenti e mistici, abbia avuto la rivelazione della sapienza divina in sogni e visioni. Da ciò deriva il suo appellativo di Theodidaktos.

Egli tentò di riconciliare tutti i vari sistemi religiosi e, dimostrando la loro identica origine, di stabilire un’unica credenza universale fondata sull’etica. La sua vita fu così pura ed irreprensibile, il suo sapere così vasto e profondo, che diversi Padri della Chiesa divennero segretamente suoi discepoli. Clemente di Alessandria parla di lui in modo molto elevato. Plotino, il”san Giovanni”di Ammonio, fu pure un uomo universalmente rispettato e stimato e del più profondo sapere ed integrità morale. A trentanove anni di età accompagnò l’imperatore romano Gordiano ed il suo esercito in Oriente, allo scopo di essere istruito dai saggi della Battriana e dell’India. A Roma fondò una scuola di filosofia. Il suo discepolo Porfirio, il cui vero nome era Malek (un ebreo ellenizzato), raccolse tutti gli scritti del suo maestro. Porfirio fu egli stesso un grande autore e diede un’interpretazione allegorica di alcune parti dei poemi di Omero. Il sistema di meditazione a cui facevano riferimento i filateti era l’estasi, un sistema simile alla pratica dello Yoga indù. Ciò che si conosce della Scuola eclettica è dovuto ad Origene, Longino e Plotino, i discendenti diretti di Ammonio (A. Wilder, Eclectic Philosophy).

17  Fu durante il regno di Filadelfo [Tolomeo II Filadelfo, 285-246 a.C., N d.T.] che il giudaismo si stabilì in Alessandria e da quel giorno i Maestri ellenici divennero i pericolosi rivali del Collegio dei rabbini di Babilonia.

L’autore di Eclectic Philosophy rileva molto opportunamente:”In quel tempo, il sistema buddhista, quello vedantino e dei Magi persiani erano insegnati assieme alle filosofie della Grecia. Non meraviglia quindi che dei pensatori ritenessero che il contrasto delle parole dovesse finalmente cessare e che ciò potesse essere realizzato estraendo da questi vari insegnamenti un unico sistema armonioso ... Paneno, Atenagora e Clemente erano profondamente istruiti nella filosofia platonica e avevano compreso la sua unità essenziale con i sistemi orientali”.

18  Mosheim dice di Ammonio:”Considerando che non solo i filosofi greci, ma anche tutti quelli delle varie nazioni straniere, si trovavano in perfetto accordo su tutti i punti essenziali, egli si assume l’impresa di spiegare le mille dottrine delle varie sette per mostrare che tutte quante si erano originate da una stessa ed unica sorgente e tendevano a un unico c identico fine”. Se l’autore della Voce Ammonio della Edinburgh Encyclopaedia conosce veramente ciò di cui tratta, allora egli descrive i moderni teosofi, le loro dottrine e il loro lavoro, poiché così scrive a proposito del Theodidaktos:”Ammonio fece proprie le dottrine conservate in Egitto (le esoteriche erano quelle dell’India) riguardanti l’Universo e la Divinità considerati come formanti un unico e grande tutto, e l’eternità del mondo ... Creò un sistema di disciplina morale che da un lato permetteva alla gente in generale di vivere secondo le leggi del proprio paese e i dettami della natura, e dall’altro richiedeva ai saggi di elevare la loro mente attraverso la contemplazione”.

19 E’ quanto il prof. Wilder descrive come”fotografia spirituale”:”L’anima è la camera oscura in cui fatti ed eventi, futuri, passati e presenti, sono tutti ugualmente fissati, e la mente ne diviene cosciente. Oltre i limiti del nostro mondo quotidiano c’è un unico giorno o condizione — il passato e il futuro sono compresi nel presente”...”

La morte è l’estasi   finale sulla terra. Allora l’anima si libera dalla costrizione del corpo e la sua parte più nobile si unisce alla natura superiore partecipando alla sapienza ed alla prescienza degli esseri superiori“. Per il mistico la vera Teosofia è quella condizione che Apollonio di Tiana così ha descritto:”Io posso vedere il presente e il futuro come in uno specchio terso. Il saggio non ha bisogno di attendere i vapori della terra e la corruzione dell’aria, per presentire gli eventi.... i theoi, gli dei, vedono il futuro; gli uomini ordinari il presente; il saggio ciò che sta per accadere“. La”Teosofia dei Saggi”di cui egli parla, è bene espressa nell’affermazione”Il Regnodi Dio è dentro di noi“.

20 Per”membro impegnato”s’intende quello che è entrato in un particolare ramo interno della S.T.. Un membro non-impegnato”appartiene invece alla Società esterna, riceve il suo diploma dalla Sede Centrale (Adyar, Madras), ma non è connesso con nessun ramo o loggia.

21 Vedi più avanti, Capitolo 7 [N.d.T.].

22 Noi diciamo che in casi simili non sono gli spiriti dei morti che discendono sulla terra, ma gli spiriti dei viventi che ascendono alle pure Anime spirituali. In realtà non c’è né ascesa né discesa, ma un cambiamento di stato o di condizione per il medium. Dopo che il corpo di questi si paralizza o”entra in trance”, l’Ego spirituale si libera dai suoi veicoli e viene a trovarsi sullo stesso piano di coscienza con gli altri spiriti disincarnati. Quindi, se fra i due c’è qualche attrazione spirituale, essi possono comunicare, come spesso accade nei sogni. La differenza fra una natura medianica ed una non sensitiva, è questa: lo spirito liberato di un medium ha l’opportunità e la capacità d’influenzare gli organi passivi del suo corpo fisico in trance, e di farlo agire, parlare e scrivere a sua volontà. L’EGO può fare in modo che esso ripeta, come una eco e in linguaggio umano, i pensieri e le idee dell’entità disincarnata, così bene come se fossero i propri. Ma l’organismo non ricettivo o non sensitivo di una persona molto positiva non può essere influenzato nella stessa maniera. Quindi, benché non ci sia praticamente un essere umano il cui Ego durante il sonno del suo corpo non comunichi liberamente con coloro che ha amato e perduto, tuttavia, a causa della positività e della non ricettività dell’involucro fisico e del cervello, nessun collegamento, o ricordo simile ad un sogno confuso, rimane nella memoria della persona che si è risvegliata.

23 Vedi più avanti,”Individualità e Personalità”(Capitolo 8).

24 È diventato”di moda”soprattutto ultimamente, deridere l’idea che ci sia mai stato nei misteri di popoli grandi e civili quali gli egiziani, i greci e i romani, qualcos’altro che non fosse una impostura dei sacerdoti. Anche i rosacroce altro non sarebbero stati che in parte folli e in parte impostori. Numerosi libri sono stati scritti su di loro; e dei principianti, che ne avevano appena sentito il nome qualche anno prima, se ne vennero fuori come critici profondi e gnostici su soggetti come l’alchimia, i Filosofi del Fuoco, e il misticismo in generale. Tuttavia una lunga catena di Jerofanti dell’Egitto, dell’India, della Caldea e dell’Arabia, sono conosciuti, insieme ai più grandi saggi e filosofi della Grecia e dell’Oriente, per aver incluso sotto la designazione di Sapienza e Scienza divine tutta la conoscenza, poiché essi consideravano la base e l’origine di ogni arte e di ogni scienza come essenzialmente divine. Platone considerava i misteri estremamente sacri, e Clemente Alessandrino, che era stato egli stesso iniziato ai misteri eleusini, ha dichiarato”che le dottrine che vi si insegnavano contenevano il punto limite di ogni conoscenza umana“. Erano Platone e Clemente due impostori o due folli, ci chiediamo, o l’uno e l’altro?

25 Fondato e diretto da William Quan Judge, discepolo di H. P. Blavatsky.

 


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