Lalumen Theosophias en Mysterio

 Henry Steel Olcott

 (2 agosto 1832 – 17 febbraio 1907)

 Di: John Algeo

     Il 17 febbraio 2007 sarà il centesimo anniversario dalla morte di Heny Steel Olcott. E’ questo il momento, per i Teosofi di tutto il mondo, di ricordare il colonnello, ciò che ha realizzato e quello che ci ha lasciato in eredità.

     Generalmente il mondo ricorda i suoi eroi nel giorno della nascita, ma è tradizione squisitamente teosofica ricordare coloro che desideriamo onorare nel giorno della loro morte. E c’è una buona ragione per fare così. Quando nasce un bambino nessuno sa come crescerà o quali saranno le cose che realizzerà. Ma quando muore una persona sappiamo quel che ha fatto nella vita e per che cosa dovrebbe essere onorata. Inoltre i Teosofi non considerano la morte come causa di dolore ma piuttosto si rallegrano alla liberazione dello spirito dai legami del mondo fisico, specialmente quando tale spirito è una grande anima che ha beneficiato l’umanità, servito i Maestri di Saggezza e incarnato gli ideali della Teosofia nella vita appena compiuta.

     Olcott, come il mitologico Ulisse (il cui nome era stato usato per l’individualità che si reincarna di Olcott, come risulta dagli studi sulle vite passate di C. W. Leadbeater), fu un esploratore, un indagatore, un organizzatore, un guerriero, un leader ed un eroe. Egli era davvero un uomo del primo Raggio e del Rinascimento, ovvero una persona di ampi interessi e competenze, come Leonardo da Vinci.

     Già verso i suoi 25 anni era uno scienziato agronomo. Il suo primo libro, sulla canna da zucchero, (Sorgho and Imphee, the Chinese and African Sugar-Canes, 1858), divenne un’opera di riferimento su tale argomento e fu il solo libro di Olcott che trovai nella biblioteca dell’Università della Georgia quando vi arrivai nel 1971. Olcott era anche un pioniere nell’educazione agraria e co-fondatore della prima scuola agraria d’America. Gli venne anche proposta la cattedra in Agraria all’Università di Atene in Grecia, ma declinò l’offerta.

     Ma verso i trent’anni Olcott era divenuto corrispondente e cronista per vari periodici, incluso il New York Tribune. Dapprima scrisse di agraria, sul quale tema contribuì pure alla New American Cyclopedia, ma più tardi spaziò anche su altri soggetti. Venne mandato dal Tribune ad assistere, nel 1859, all’esecuzione capitale di John Brown in Virginia. Quella fu una svolta decisiva nella sua vita. La Guerra Civile americana, che John Brown aveva presagito, vide Olcott nella Northern Army, dove diede il suo importante servizio come Commissario Speciale investigando su frodi ed abusi, prima nell’Esercito e più tardi nella Marina. Tale servizio gli guadagnò un encomio e gli alti elogi del Governo americano.

     Dopo aver lasciato il servizio militare, studiò legge, fu ammesso all’Ordine degli Avvocati a New York all’età di 36 anni e si specializzò in leggi sulle assicurazioni. Redasse uno statuto sulle assicurazioni che venne adottato da dieci Stati e scrisse un libro che divenne opera di riferimento sulla pratica assicurativa. Rappresentò anche l’industria assicurativa nella legislazione dello Stato di New York.

     Olcott si interessò presto di argomenti esoterici e mistici, interesse che fu vivificato quando, nel 1874, sentì parlare di alcuni fenomeni spiritici a Chittenden, New York. Vi si recò per cercare di capirne di più e per scrivere sul tema articoli per conto di giornali quali il New York Sun e il New York Daily Graphic. Tutti questi articoli vennero alla fine riuniti in un libro che è il più famoso resoconto sui fenomeni di Chittenden: People from the Other World (1875). Là egli incontrò anche Madame Blavatsky e i due iniziarono un rapporto che durò tutta la vita, come “gemelli teosofici”.

     Fin qui abbiamo considerato solo la carriera pre-teosofica di Olcott che, comunque, ne mostra i vasti interessi e capacità. L’ultima parte della sua vita fu piena di intenso lavoro teosofico ed umanitario. Secondo il Maestro K. H. sia lui che H. P. B. erano dotati delle qualità di “altruismo e di un’appassionata prontezza al sacrificio di sé per il bene degli altri (Mahatma Letters, cronologicamente la n. 131). Queste sono le qualità dei Bodhisattva”.

     Il colonnello Olcott si distinse dunque, agli inizi della sua carriera, come agronomo, funzionario del governo, corrispondente, avvocato e specialista in assicurazioni. Ma il suo vero lavoro sta oltre tutto questo. La sua vita cambiò inaspettatamente e in modo sensazionale un giorno del 1874 quando, all’età di 42 anni, a Chittenden nel Vermont, dove si era recato per scrivere una serie di articoli sui fenomeni spiritici che vi avevano luogo, egli incontrò Madame Blavatsky. Immediatamente le due anime antiche riconobbero che c’era un legame tra di loro, legame che andava indietro, a tante vite precedenti. Essi divennero compagni nel compito che il Maestro di H. P. B. le aveva affidato: portare l’antica saggezza al mondo moderno e sarebbero diventati i principali co-fondatori della Società Teosofica, che Olcott servì per i successivi trentadue anni come Presidente.

     Quando Olcott e Blavatsky lasciarono New York per l’India, alla fine del 1878, la vita del colonnello subì un’altra trasformazione, una trasformazione radicale, come disse Shakespeare ne La Tempesta, in qualcosa di più ricco e singolare. In India Olcott fece conoscere la Teosofia al popolo indiano, come del resto riafferma la loro tradizione; promosse le arti e i mestieri locali, anticipando in questo modo il lavoro sociale che più tardi intraprese Gandhi; fondò la Biblioteca di Adyar, che è una delle più importanti al mondo per i manoscritti antichi in sanscrito che custodisce; fu di valido aiuto nell’ispirare quell’orgoglio nazionale che ebbe come risultato la formazione dell’Indian National Congress. In Sri Lanka Olcott lavorò infaticabilmente per promuovere il buddhismo, fondando scuole e promuovendo giornali, fu uomo chiave per l’assegnazione dei diritti civili, da parte degli inglesi, ai buddisti dello Sri Lanka; promosse il rilancio del buddhismo, compilando un Catechismo Buddhista, incoraggiando l’ecumenismo buddista attraverso le sue Quattordici Proposizioni Fondamentali e disegnando una bandiera – tutte cose ancora in uso. Olcott ispirò anche il ritorno in auge in seno allo Zoroastrismo, della parte più profonda di quell’antica religione del Signore di Saggezza.

     La naturale dote di guaritore di Olcott gli guadagnò un largo e devoto seguito, finché il suo Maestro non gli diede istruzione di smettere con tale lavoro, a causa del prosciugamento di energie che gli causava. Olcott fu anche un viaggiatore accanito, in India e altrove, promuovendo la causa teosofica in ogni posto nel quale giungeva. Era molto richiesto come oratore e le sue innumerevoli conferenze e i tanti scritti meriterebbero di essere raccolti in un Collected Writings di H. S. Olcott, come certamente sarà a tempo debito. Comunque il suo lavoro letterario più importante è chiaramente la sua storia autobiografica della Società Teosofica, gli Old Diary Leaves. Questo resoconto personale di un uomo che fu di grande aiuto nella fondazione e nello sviluppo della Società, è l’incomparabile resoconto dei primi giorni dell’organizzazione, da parte di uno che sapeva come stavano le cose.

     Come afferma Olcott, negli Old Diary Leaves, di se stesso e di H. P. B.: “Noi usavamo parlare di noi stessi come dei Gemelli Teosofici”. Essi certamente erano le due figure centrali, e vincolate tra loro, nella fondazione della Società Teosofica e nella prima diffusione della Teosofia. I loro ruoli in tali eventi furono, comunque, diversi e complementari. H. P. B. era, dei due, la persona “creativa”. Fu lei ad avere i primi contatti con i loro insegnanti adepti, lei che aveva quel carisma che attraeva ma anche sconcertava il mondo. Ella era come un incantatore di serpenti indiano che attirava il cobra della saggezza facendolo uscire dal cesto degli antichi miti e leggende. Eppure è chiaro che H. P. B. da sola non sarebbe mai riuscita a compiere il lavoro che le era stato assegnato. Era troppo instabile e disorganizzata.

     La dedizione di Olcott, la sua integrità e le sue capacità organizzative furono il collante che tenne insieme la casa teosofica nei suoi primi anni e nelle prime prove e che fissò le basi di quella struttura che dura ancor oggi e, indubitabilmente, continuerà ad esistere nel lontano futuro, per quanto possiamo vedere.

     Riguardo ad Olcott il Maestro K. H. così scrisse a Sinnett (Mahatma Letters, n. 5 in ordine cronologico): “Possiamo fidarci di lui in ogni circostanza ed egli ci ha promesso il suo fedele servizio nella buona e nella cattiva sorte. Mio caro Fratello, le mie parole sono l’eco della giustizia imparziale. Dove possiamo trovare una dedizione pari alla sua? Egli non discute mai, ma obbedisce; può fare numerosi errori per eccesso di zelo, ma è sempre pronto a riconoscere la propria colpa anche a costo di grandissime umiliazioni personali; all’occorrenza considera le comodità e perfino la vita come qualcosa da rischiare a cuor leggero; mangerà qualsiasi cibo o ne farà a meno; dormirà in qualsiasi letto, lavorerà in qualsiasi luogo, fraternizzerà con qualsiasi derelitto e sopporterà qualsiasi privazione per la causa”.

     Annie Besant ha riassunto il lavoro di una vita dei due Gemelli Teosofici con una domanda retorica: “H. P. B. diede al mondo la Teosofia, H. S. Olcott diede al mondo la Società Teosofica, ciascuno fu scelto dai Maestri – quale dei due portò il dono più grande?”. I loro contributi furono diversi ma complementari ed eguali. Essi sono lo Yin e lo Yang del T’ai Chi, il Grande Fondamento. Nel ricordare H. S. Olcott nel centenario della sua morte ricordiamo colui che è stato fedele servitore degli Istruttori dalle Grandi Anime e lo spirito che ha guidato la Società che essi hanno portato all’esistenza.

Tratto da Inter-American Theosophical Federation Newsletter 2006.

Tradotto da Patrizia Moschin Calvi.

John Algeo, docente universitario, è il Vice-presidente internazionale della Società Teosofica.

(La maggior parte della descrizione si basa sulla biografia di Boris de Zirkoff che si trova nei Collected Writings 1: 503-18).

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