Tarot

Il Mutus Liber di Toth ed i Ventidue Arcani Archetipi

 Di: Angelo Luciani

 Parlando delle ventidue Tavole dei Tarocchi o Archetipi primordiali, non vogliamo porre l'accento sul loro potere divinatorio, od almeno non soltanto, così come sono comunemente e popolarmente conosciuti (e spesso disconosciuti), ma vogliamo soprattutto trattare la parte più profonda ed esoterica degli antichi Arcani: il Libro Muto che parla per immagini simboliche, archetipe ed intuitive alle menti preparate e risvegliate degli Iniziati e Adepti delle Tradizioni Esoteriche, ognuno con un messaggio ed un sentiero secondo il gradino evolutivo di chi si addentra nel Mistero Arcano...

La Via di Tarot - Taro - Rotas, è parte integrante del Cammino d'Amor e della ViArepo (Via dell'Aratro), un solco spirituale tracciato dai nostri Fratelli, dai nostri Spiriti guida e dalle nostre Entità angeliche (i Sator o Seminatori di Luce), per guidarci nel pellegrinaggio della nostra vita e della nostra evoluzione spirituale, nonchè nel cammino mistico verso un Ignoto Abisso dell'Essere dove altrimenti ci perderemmo.

Non possiamo, a riguardo, non citare e segnalare la ricerca e gli studi del grande esoterista del '800: Oswald Wirth, mentre qui citeremo passi di un altro grande esoterista predecessore ed ispiratore di Wirth, il conte: Antoine Court-de-Gébelin (1725-1784) autorevole membro della loggia: "Le Neufs Soeurs" e presidente del museo di Parigi, che nel suo studio: 'Il gioco del Tarocco' afferma:

"Se ci apprestassimo ad annunciare che, ai nostri giorni, sussiste un'Opera degli antichi Egizi sfuggita alle fiamme che hanno distrutto le loro superbe biblioteche, un'Opera che contiene la più pura dottrina degli Egizi su alcuni argomenti interessanti, chi non sarebbe impaziente di conoscere un Libro tanto prezioso, tanto straordinario! E se aggiungessimo che questo Libro è molto diffuso in gran parte dell'Europa, che da secoli va per le mani di tutti, siamo certi che la sorpresa aumenterebbe e probabilmente salirebbe al colmo se arrivassimo a sostenere che nessuno ha mai supposto che questo Libro - che possediamo come se non lo possedessimo, e di cui nessuno ha mai tentato di decifrare un solo foglio - è Egizio, che il risultato di tanta squisita sapienza viene riguardato come un mazzo di strane Figure prive di senso! Chi non penserebbe che scherziamo o che vogliamo approfittare della credulità degli Ascoltatori?...

"...E tuttavia quanto sostengo è rigorosamente vero: questo Libro Egizio, il solo rimasto delle loro superbe Biblioteche, esiste ai nostri giorni; e ciò che è più stupefacente, esso è talmente comune che nessun Filosofo lo ha ritenuto degno di essere studiato, poichè nessuno, prima di noi, ne aveva intuito l'illustre origine. Questo Libro è composto di LXXVII, o di LXXVIII fogli, divisi in V classi, ognuna delle quali tratta un argomento specifico, ma sempre in forma divertente ed istruttiva: questo Libro è il GIOCO dei TAROCCHI, Gioco sconosciuto a Parigi, benchè assai diffuso in Italia, Germania e nella stessa Provenza, Gioco davvero curioso e per la composizione delle Figure e per la molteplicità delle Carte. Ma il fatto che I Tarocchi fossero più o meno di casa in questi vari Paesi, sembrava aiutarci ben poco a sapere qualcosa di più sulle sue strane Figure e sulla sua antica origine, così antica che sembra perdersi nella notte dei tempi, o a dirci per quale ragione una serie di Figure, a prima vista spaiate, erano state riunite nello stesso mazzo: l'enigma conservava il suo segreto. E d'altro canto, i Tarocchi devono essere apparsi del tutto privi di interesse, se nessuno dei nostri studiosi che si sono occupati delle origini delle Carte ha mai pensato di prendere in considerazione. Questi ultimi si sono limitati a ricercare l'origine delle Carte francesi, o meglio delle Carte in uso a Parigi, peraltro poco antiche; e dopo avere provato che la loro invenzione era recente, hanno ritenuto di avere esaurito l'argomento. Un simile modo di procedere finisce per confondere l'istituzione di una conoscenza, in un Paese, con la sua invenzione primitiva. Lo abbiamo già segnalato a proposito della bussola. Anche I Greci ed i Romani hanno fatto una certa confusione, col risultato di farci perdere le origini interessanti di molte cose.

Ma per forma, disposizione, successione, le Figure di questo Gioco appaiono così incontestabilmente allegoriche, e le loro Allegorie sono talmente conformi alla dottrina civile, filosofica e religiosa degli antichi Egizi, che è impossibile non riconoscere in esso l'Opera di questo popolo di Filosofi, i soli in grado di esserne riguardati come gli Inventori, rivali quindi degli Indiani, gli Inventori del Gioco degli scacchi...

"...Il nome di questo Gioco è del più puro Egizio. E' composto da TAR, che significa 'Via', sentiero, e da RO, ROS, ROG, che significa Re, Reale. Letteralmente sta per: il sentiero Reale della vita.

In effetti, associato com'è a tutta la vita dei Cittadini, costituito dai vari Stati o condizioni in cui essi sono ripartiti, questo Gioco li segue dalla nascita alla morte e indica tutte le virtù, tutte le guide fisiche e morali cui fare affidamento: il Re, la Regina, i Capi della Religione, il Sole, la Luna, ecc.

E al medesimo tempo, grazie al Giocatore di Bussolotti e alla Ruota della Fortuna, il Tarocco insegna che non esiste nulla più incostante, in questo mondo, degli Stati dell'Uomo; che il solo usbergo, il solo santuario, è la virtù, che mai fa difetto nell'ora del bisogno.

"...Il desiderio di apprendere si sviluppa nel cuore dell'uomo a misura che il suo Spirito acquisisce nuove conoscenze. Il bisogno di conservarle e l'interesse a trasmetterle portò a immaginare dei caratteri, di cui Toth o Mercurio fu riguardato come l'inventore. Questi caratteri non furono affatto, in origine, dei segni convenzionali, tutt'alpiù idonei, alla stregua delle nostre lettere attuali, a trasmettere unicamente il suono delle parole, ma invece altrettante immagini reali, sulle quali vennero elaborate le Tavole, o I Quadri, che dipingevano agli occhi le cose che si intendevano comunicare.

"... E' naturale pensare, che l'Inventore di queste Immagini sia stato il primo Storico; in effetti THOT è riguardato come colui che ha raffigurato gli Dei; in altre parole, gli atti dell'Onnipotenza, in altre parole, la Creazione, alla quale aggiunse alcuni precetti di morale. Sembra che questo Libro sia stato chiamato A-ROSCH, da A, Dottrina, Scienza e da ROSCH, Mercurio, ciò che, congiunto all'articolo T (Tau), significava Tavole della Dottrina di Mercurio. Ma poichè Rosch vuole anche dire 'Inizio', il termine TA-ROSCH fu in modo particolare consacrato alla Cosmogonia, e l'ETHOTIA, la 'Storia del Tempo', rappresentò il titolo di questa Astronomia, e molto probabilmente ATHOTHES, che è stato ritenuto un re, e il figlio di Thot, altri non era che il figlio del suo Genio; in altre parole, la Storia dei Re dell'Egitto.

Quest'antica Cosmogonia, questo Libro di Ta-Rosch, con qualche leggera alterazione, sembra essere pervenuto fino a noi nelle Carte che portano questo nome, sia che la cupidigia le abbia conservate per renderne complicata e difficile la decifrazione, sia che la superstizione abbia preservato delle ingiurie del tempo quei Simboli misteriosi grazie ai quali, alla stregua dei Maghi antichi, si poteva prendere a gabbo i creduloni.

Gli Arabi comunicarono questo Libro, in altre parole questo Gioco, agli Spagnoli, e i soldati di Carlo V lo introdussero in Germania. E' composto di tre Serie maggiori che rappresentano i primi tre Secoli: d'Oro, d'Argento e di Bronzo. Ogni serie è formata di sette Carte.

Ma poichè la Scrittura Egizia si leggeva da sinistra a destra, la ventunesima Carta, ancorchè sia stata numerata con cifre moderne, non dimeno rimane la prima e in tale disposizione deve essere letta per la comprensione della Storia.

E poichè era la prima del Gioco del Tarocco, parimenti doveva essere tale nella Divinazione, che veniva operata per la mediazione di queste Immagini.

Infine, vi è una ventiduesima Carta priva di numero, e consequentemente priva di potenza, ma idonea a moltiplicare quella che la precede: è lo Zero dei calcoli magici: il suo nome è la 'FOLLIA'.

(nota del Webmaster):

Abbiamo evidenziato questo passo, perchè riflette pienamente e profondamente la Tradizione dell'Antigua Tau e la pratica dell'Operarepo, Tarot sono I ventidue gradi (ventuno più zero), della scala ascensionale e mistico-spirituale del Viarepo e la mappa esoterica da seguire, che ha senso soltanto se letta alla rovescia (della consuetudine), dalla creazione dell'Universo, alla realizzazione del Mago ed al Pellegrino dello Spirito...

Continueremo, qui di seguito, a citare Court-de-Gébelin dove ci disvela l'Arcano di questo percorso a ritroso:

"...La ventunesima Carta, che deve essere considerata come la prima, rappresenta l'UNIVERSO, simboleggiato dalla dea Iside nell'Ovale -L'uovo-  e portante ai quattro angoli le quattro Stagioni, simboleggiate dall'Uomo (l'Angelo), l'Aquila, il Bue, il Leone.

La ventesima è chiamata il GIUDIZIO: in effetti, un'Angelo che suona la tromba, e alcuni uomini che sorgono dalla Terra, hanno dovuto indurre un Pittore, poco versato nella Mitologia, a non vedervi altra immagine che quella della Risurrezione. Ma gli Antichi riguardavano gli uomini alla stregua dei figli della Terra, e Thot dovette esprimere qui la CREAZIONE dell'UOMO, e nella figura di Osiride, il dio generatore, il portavoce, il VERBO, colui che comanda alla materia, e nelle LINGUE di FUOCO che si dipartono dalla nube, lo Spirito di Dio, Dominatore di questa materia e, infine, nella raffigurazione degli uomini che fuoriescono dalla Terra, quanti adorano e contemplano l'Onnipotenza. E comunque, l'atteggiamento di questi uomini non sembra affatto quello dei peccatori che si apprestano ad apparire davanti al loro Giudice.

La diciannovesima, è la CREAZIONE del SOLE, che illumina la 'Coniunctio' dell'Uomo e della Donna, espressa da un uomo e da una donna che si tengono per mano; più tardi, questo simbolo è diventato quello dei Gemelli o dell'Androgino: 'Duo in carne una'.

La diciottesima, è la CREAZIONE della LUNA, e degli ANIMALI terrestri, espressi dal Lupo e dal Cane, a significare gli Animali domestici e selvaggi. Quest'emblema è così opportunamente scelto, che il Cane e il Lupo sono gli unici a urlare all'aspetto del'Astro, quasi a lamentare la perdita della Luce. Particolare, questo, che m'indurrebbe a ritenere che questa Tavola presagisca grandi sventure ai consultanti della buona fortuna, se non vi fosse rappresentata la linea dei Tropici, linea questa che indica la dipartita si, ma anche il ritorno del Sole, e lascia dietro di sè la consolante speranza di una buona giornata, della piena Luce, e quindi della miglior fortuna. E tuttavia, due FORTEZZE, che sbarrano o difendono un sentiero portante tracce di sangue, nonchè lo stagno che conclude in basso la Tavola, presagiscono sempre le molteplici difficoltà che bisogna superare per annullare un presagio tanto funesto.

La diciassettesima è la CREAZIONE delle STELLE e dei Pesci, rappresentati dalle Stelle e dall'Acquario.

La sedicesima è la CASA rovesciata, il Paradiso terrestre, da cui l'uomo e la donna sono precipitati dalla coda di una cometa, simboleggiata dalla SPADA FIAMMEGGIANTE e dai chicchi di grandine.

Nella quindicesima, il DIAVOLO, Tifone, ultima Carta della prima Serie, viene a turbare l'innocenza dell'uomo, a chiudere l'età dell'Oro. La coda, le corna e le lunghe orecchie, lo dicono un essere degradato; il braccio sinistro alzato e il gomito piegato formano una 'N', simbolo degli esseri prodotti, quasi a segnalare che lui stesso è un essere creato, mentre la Fiaccola di Prometeo che tiene nella destra sembra completare la lettera 'M', che simboleggia la generazione. E d'altronde la Storia di Tifone ci porta naturalmente a questa conclusione; Tifone, nell'atto di privare Osiride della virilità, nell'atto di usurpare i diritti del Potere della riproduzione, diviene il padre dei mali che si diffonderanno sulla Terra. I due ESSERI incatenati ai suoi piedi simboleggiano la Natura umana degradata e sottomessa, e al contempo la nuova generazione pervertita: le unghie adunche ci dicono che sono selvaggi e snaturati. Solo una cosa manca loro per essere in tutto e per tutto pari al Diavolo: le ali, che esprimono il Genio o la Natura angelica. Uno dei due tocca con la grinfia la coscia di Tifone - emblema che, nella Scrittura mitologica, ha sempre rappresentato la generazione carnale - e lo fa con la grinfia sinistra, quasi a simboleggiare l'illeggittimità. Tifone è spesso associato all'Inverno, e questa Tavola, che termina all'età dell'Oro, annuncia nel contempo l'intemperia delle Stagioni che l'Uomo sperimenterà dopo la cacciata dal Paradiso.

Con la quattordicesima inizia il secolo d'argento, l'ANGELO della TEMPERANZA viene ad istruire l'uomo intorno al modo di fargli evitare la morte alla quale è condannato. E' raffigurata mentre versa acqua nel vino per segnalare all'uomo la necessità di annaquare questo liquore, di temperare le passioni.

La tredicesima: questo numero, sempre infausto, è consacrato alla MORTE rappresentata mentre falcia le teste coronate e le teste qualunque.

Nella dodicesima, gli accidenti che colpiscono la vita umana sono rappresentati da un uomo appeso per un piede onde segnalare che, per evitarli, bisogna, in questo mondo, procedere con prudenza: 'Suspenso pede'.

Nell'undicesima, la FORZA viene in soccorso alla Prudenza e atterra il Leone, che è sempre stato assunto a simbolo della terra incolta e selvaggia.

La decima è la RUOTA della FORTUNA, dall'alto della quale una Scimmia incoronata ci apprende che, dopo la caduta dell'uomo, non è più la virtù che distribuisce le dignità. Il Coniglio che sale, e l'uomo che è precipitato, esprimono le ingiustizie dell'incostante Dea. Ma questa Ruota è, al medesimo tempo, l'emblema della Ruota di Pitagora, la base per divinare mediante I numeri. Questa Divinazione venne chiamata ARITMOMANZIA.

La nona, è l'EREMITA o il FILOSOFO: con la lanterna in mano, cerca la Giustizia sulla Terra.

L'ottava è la GIUSTIZIA.

Dalla settima, inizia il cosidetto secolo di Ferro, il CARRO di GUERRA. Il Re, portante la corazza e armato di giavellotto, esprime i dissenzi, le stragi, le guerre del Secolo di Bronzo e annuncia i crimini per Secolo di Ferro.

Nella sesta, l'UOMO, rappresentato IN BILICO tra il vizio e la virtù, non è più guidato dalla ragione. L'AMORE, o il desiderio, con gli occhi bendati, è pronto a scoccare lo strale che lo farà pendere a sinistra o a destra, a seconda del gioco del caso.

Nella quinta, GIOVE o l'Eterno, montato sull'Aquila, con la folgore in mano, minaccia la Terra, cui darà dei Re nella sua collera.

Nella quarta, è il RE armato di mazza, che più tardi l'ignoranza ha mutato nel Globo imperiale; il suo casco è guarnito, nella parte posteriore, da una seghettatura dentata, come a segnalare che nulla può placarne l'insaziabilità.

Nella terza, la REGINA ha la mazza in mano, e la sua corona ha gli stessi ornamenti di quella del Re.

Nella seconda, l'ORGOGLIO dei Potenti, rappresentato dai Pavoni, cavalcatura di GIUNONE, che mostra il Cielo con la destra e la Terra con la Sinistra, annuncia una Religione terrestre, o l'Idolatria,

Nella prima, il BATELEUR che tiene in mano la Verga dei Maghi, fa miracoli e inganna la credulità dei Popoli.

Esso è seguito da una Carta unica rappresentante la FOLLIA, che porta un sacco - o i difetti - dietro di sè, mentre una tigre - o i rimorsi - che le divora i garretti, ne ritarda la marcia verso il crimine.

Queste ventidue prime Carte, oltre a essere altrettanti geroglifici che, posti nel loro ordine naturale, ritracciano la Storia dei Tempi primordiali, sono al contempo altrettante lettere, che, diversamente combinate, possono formare altrettante frasi, talchè il nome di Atous non è altro che la traduzione letterale del loro impiego e della loro proprietà generale".

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Un buon sito sui Tarocchi:  http://www.tarocchi-origini.it/index.html

Alejandro Jodorowsky - Marianne Costa

La via dei Tarocchi

La via dei Tarocchi
Libro, Pagg. 574
Prezzo € 25,00
Feltrinelli Edizioni

I tarocchi sono uno specchio dell’anima e uno strumento terapeutico: aiutano a sviluppare la coscienza e a vivere e capirsi meglio, sono un aiuto per conoscersi psicologicamente e storicamente.

Secondo l’autore, tutti gli psicoanalisti dovrebbero usarli: “Risparmierebbero molto tempo”, ma, forse, non vogliono veramente curare i pazienti. Laddove i tarocchi invece non solo possono eliminare i sintomi, ma possono anche curare.
“Sono un ponte fra due estremi, l’intuizione e la ragione… dovrebbe essere materia di studio nelle università.”

Per scrivere questo manuale l’autore e la moglie hanno estratto la quintessenza delle innumerevoli lezioni e letture impartite in giro per tutto il mondo. Il risultato è un’esplorazione integrale dell’architettura di questo gioco millenario composto da 78 carte, un esaustivo manuale, a colori e con moltissime splendide immagini, che permette al lettore di iniziarsi al bagaglio simbolico dei tarocchi, di comprendere uno a uno i 22 arcani maggiori e i 56 minori e di apprendere a orientarsi nell’interpretazione del proprio inconscio.

Da più di quarant’anni Alejandro Jodorowsky si è dedicato allo studio dei tarocchi, una parte fondamentale del suo percorso artistico e terapeutico. Ogni mercoledì, quando è a Parigi, lo si può incontrare in un caffè vicino a casa mentre legge i tarocchi a chi lo desidera.
È impossibile trovarlo sprovvisto del mitico mazzo di carte ed è sempre disponibile a leggere nell’inconscio di chi incontra ma, a differenza di altri, non chiede denaro, non dà consigli e non parla del futuro.

lo potete trovare nella nostra sede od in internet presso il nostro partner:

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