La Cattedrale di Chartres

 Di:  Pietro Francesco Cascino

 Storia, architettura, religione ed esoterismo di un monumento gotico.

 Chartres: origini di un sito sacro

La cattedrale di Chartres [1]è stata eretta su un poggio la cui storia rimane misteriosa. Si sa che fu uno dei luoghi di pellegrinaggio più frequentati e conosciuti in Francia, ancor prima dell’epoca cristiana. Ancor prima dei Galli, il popolo celtico vi giungeva d’oltre il Reno. I pellegrini dell’era cristiana, provenienti da Est entravano in città dalla porta Guillaume ed erano accolti nell’Hopitot del convento dei monaci benedettini; dopo la messa mattutina andavano su per la montagna cantando salmi in onore di Notre Dame de Dessous Terre, fino alla grotta sotto la chiesa dove si trovava la statua della Vergine Nera. Era una statua antichissima scolpita su un tronco di pero raffigurante la Santa Vergine assisa con il bambino Gesù in grembo, annerita dal tempo. Una statua scolpita da sacerdoti pagani Druidi ai quali un angelo aveva profetizzato che un Dio sarebbe nato da una vergine. Sul basamento della statua i sacerdoti avevano scritto in lettere latine la frase: “ Virgini pariturae” cioè la vergine che avrebbe partorito. I cristiani ebbero una grande venerazione per la statua e continuarono a chiamare la caverna nella quale si trovava la statua la <<grotta druidica>> ed il pozzo che vi si trovava a fianco <<il pozzo dei forti>> di cui non si conosceva neppure l’origine. Infatti, ancor prima dei Celti, generazioni di pellegrini si erano raccolti in quella grotta per venerare una Vergine Nera che aveva il nome d’Iside o Demetra o Belisama.

L’allegoria della Vergine Nera si spiega con la Madre Terra in cui si riflette l’irradiamento cosmico che può definirsi divino, quello della Costellazione della Vergine. Nelle antiche province galliche della Champagne, Piccardia, Ile de France e Neustria, sorsero (tra il XII e XIII sec.) un certo numero di cattedrali che hanno il nome di Notre Dame nelle città di Chartres, Reims, Amiens, Bayeux, Eureux, unendo le quali con linee immaginarie si può disegnare sul terreno proprio la Costellazione della Vergine.

Quel sito, intriso di misteri, dispensava i suoi doni taumaturgici, giacché racchiudeva in sé uno dei più straordinari segreti della natura. Ma non era solo per una ricerca delle sue qualità terapeutiche che molti pellegrini vi si recavano affrontando piste irte d’ostacoli e foreste battute da branchi di lupi, affrontando paludi infestate da serpi velenose e rese impraticabili a causa delle sabbie mobili. I pellegrini cercavano un’influenza benefica, una qualche virtù e più profondamente lo <<spirito>> alitato da quel luogo santo; il dono più grande che, la Madre Terra ed il Cielo potessero fare all’uomo. L’energia scaturente dalle profondità della terra, il cui nome gallico era Wouivre, è una delle correnti telluriche che serpeggiano nel suolo e percorrono la Terra, alcune delle quali fuoriescono da acque sotterranee, altre provengono dal più profondo magma terrestre rappresentando il <<sistema sanguigno>> circolatorio che irrora la Terra e la rende feconda; correnti cui fanno da contraltare le correnti magnetiche cosmiche rappresentate da serpenti alati, dragoni e sirene. Questi luoghi <<magici>> una volta venivano contrassegnati con delle pietre, i menhirs, che funzionavano da antenne ricevitrici delle energie provenienti dal cielo e dalla terra. Allo scopo di ottenere le fecondità della terra, erano trasportati dagli uomini dolmens lunghi decine di metri e pesanti parecchie tonnellate, verso i luoghi sacri come quello situato nel paese dei carnuti così come venivano chiamati dai romani gli abitanti del nord della Gallia. I Carnutes, <<guardiani della Pietra>> era il popolo che era stato preposto alla guardia di quel tempio nella <<Terra dei Santi>>, là dove si trovava la Pietra Sacra, a Carnute-Is  odierna Chartres . <<Is>> significava la cosa sacra. Il dolmen costituiva il sistema più semplice per ottenere la crescita spirituale dell’uomo utilizzando le forze della natura, cercando le correnti terrestri alla loro origine, nel seno stesso della Terra, nella caverna o nell’utilizzazione dell’acqua di cui era impregnata; da ciò ebbe origine il «pozzo rituale». Laddove manca la caverna naturale si crea la camera dolmenica, per i cristiani, la cripta. Per rinforzare l’azione di questa corrente i megalitici fecero ricorso ad uno strumento di pietra, il dolmen. Oltre alle diverse qualità, la pietra è un accumulatore, in pratica si carica delle influenze telluriche o cosmiche; in secondo luogo è una materia capace di entrare in vibrazione. Si può, pertanto, concepire come uno strumento musicale costituito di pietre tagliate razionalmente (si pensi all’obelisco). Il dolmen, tavola di pietra sostenuta da due, tre o quattro supporti, assomiglia un po’ Ad una lama di xilofono. La tavola, soggiacente a due forze contrarie che sono la sua coesione ed il suo peso, si trova in «tensione» dunque suscettibile di vibrare come una corda di pianoforte tesa. Contemporaneamente è un accumulatore ed amplificatore di vibrazioni. Il valore dell’onda tellurica acquista nella camera dolmenica, tutta la sua potenza perché va a finire in una cassa di risonanza.Duemila anni a.C. quelli erano i terreni di Belen: Belengaard. Belen era il gallico <<Ariete>> Grande Dio delle Gallie. In quel tempo il Sole, nel suo percorso precessionale aveva il suo passaggio equinoziale nella costellazione dell’Ariete. Com’era avvenuto duemila anni prima con la divinità egizia del Bue Api allorché la costellazione interessata era quella del Toro. Belen aveva come controparte terrestre e sua manifestazione fisica Belisama, nome da cui proviene Bauce, la regione in cui si trova Chartres. Il poggio di Chartres, dove venne innalzata la cattedrale cristiana fu il luogo di riunione di un collegio druidico[2] conosciuto come il <<Luogo dei forti>> che ha il significato particolare di iniziati. In questi luoghi un tempo sorgevano una quantità di dolmens, menhirs, megaliti e ammassi di pietre denominati murgers corrispondenti ai cairus britannici. Chartres è, quindi, un luogo ove lo spirito penetra nella materia, dove si incarna. Un luogo dove l’uomo può integrarsi con quella forza spirituale divina e ricevere una vera e propria iniziazione, così come si dice possa avvenire anche a San Giacomo di Compostella e così come avveniva per i filosofi greci che ricevevano l’iniziazione visitando i templi egiziani. Tutto avveniva naturalmente, per gradi successivi.

 Lo stile Gotico

L’etimologia del termine «gotico» da cui arte gotica, deriverebbe dalla parola “argot”. I dizionari definiscono l’argot come il linguaggio di quegli individui interessati a scambiarsi le opinioni senza essere capiti da quelli che vi stanno intorno, E’ la rappresentazione di un messaggio che può essere compreso solo dagli “iniziati”.

Secondo l’etimologia cabalistica che ci viene data da Fulcanelli in “Le mystère des cathédrales” l’arte gotica deriverebbe da l’argotico, dalla nave di Argo e dalla lingua segreta cabalistica, alchimica, la lingua argotica; quella parte della scienza occulta inclusa nella cattedrale che fa di essa un athanor di trasmutazione umana. La spiegazione di tale tesi va, infatti, ricercata nel rapporto di similitudine esistente tra gotico e goetico, fra l’arte gotica e l’arte goetica, o magica[3]. In effetti, queste tre etimologie s’interpenetrano essendo ugualmente esatte. La cattedrale è costruita «goaticamente» su calibri di legno e secondo leggi naturali ed anche «goeticamente» in quanto agisce magicamente sull’uomo, secondo le leggi armoniche. Infine è costruita «argoticamente» in quanto segue le leggi religiose. Questi aspetti si trovano nelle «tre tavole» quadrata, rettangolare e circolare che costituiscono l’origine delle proporzioni e delle dimensioni della cattedrale di Chartres. Da un punto di vista alchemico l’argot costituirebbe il primo passo dell’iniziazione per poter conseguire l’obiettivo in cui si conciliano il mutabile con l’immutabile, il solve con il coagula ottenendo l’armonia dei contrari.

E’ in Lombardia che fecero la loro comparsa le prime volte a crociera, per opera dei maestri muratori comacini, ed anche nella regione alpina e nel mezzogiorno della Francia. Tale stile si sviluppò, inizialmente, in particolare nella costruzione delle abbazie benedettine cistercensi [4]dell’Ile de France e nella Champagne. Ciò fa presumere che lì vi sia stata una scuola in cui si sarebbero formati i maestri e dalla quale, poi, si siano sparse le maestranze nell’occidente cristiano. Ciò fa presumere che vi sia stata una precisa volontà di diffondere tale sistema di costruzione ed i promotori, senza dubbio dei religiosi, si aspettavano dalla volta a crociera una valida azione religiosa sull’uomo. Nello stile bizantino e romanico la cassa di risonanza (che un tempo si otteneva con la camera dolmenica) per raccogliere gli influssi benefici del cielo e della terra, è stata realizzata con la struttura architettonica della cupola e la volta a pieno centro; ma questa «volta» essendo statica statica non possiede alcuna qualità vibratoria. Ciò spinse gli abati benedettini a creare per la costruzione delle chiese, ed in particolare, delle cattedrali un sistema che potesse raddoppiare l’azione terrestre, da una parte con la musica ascoltata e ciò si ottenne con il «gregoriano», e d’altra parte con la musica visiva che è data dall’armonia delle proporzioni.(secondo la proporzione aurea). Verso la fine dell’XI secolo un monaco benedettino, Bernard di Cluny, sembra, scoprì l’ogiva e la proprietà della sua azione fisica e fisiologica sull’uomo. Utilizzando le linee di forza dell’ogiva, l’uomo si raddrizza. In effetti le correnti telluriche non possono passare nell’uomo se non attraverso una colonna vertebrale diritta e verticale. L’uomo, per emanciparsi, ha dovuto mettersi in piedi. L’ogiva di Chartres è costruita sulla tradizionale rappresentazione dell’uomo: la stella a cinque punte ed in particolare sulla stella iscritta nel cerchio avente per diametro l’altezza della chiave di volta. I due punti in basso sono i centri del cerchio che formano i due lati dell’ogiva e che tagliano il cerchio nei due punti laterali in alto. La Chiave di volta è situata nella punta superiore della stella. Da quest’ogiva gli inventori del «gotico» trarranno risultati maggiori incrociandola. L’ogiva a crociera è architettata sul principio della conversione delle spinte laterali in spinta verticale, per cui la volta non pesa sui muri portanti, ma si slancia verso l’alto sotto le spinte di contrafforti laterali. Si realizza così una «dinamica» di pressione secondo un sistema di forze dirette dal basso verso l’alto che permette di alleggerire  le pareti di sostegno nelle quali possono trovare posto le ampie vetrate. In tal modo il peso diviene rispetto a se stesso, mediante l’accordo armonico di spinte e contro spinte, la propria negazione. La pietra, così rimane sotto una tensione costante che il maestro costruttore può accordare come una corda d’arpa. La cattedrale gotica è, in verità, una strumento musicale, non solo metaforicamente. Mentre nello stile romanico l’ingresso nel Tempio è un «nartece», un luogo di sosta, di raccoglimento e di purificazione che l’uomo deve compiere su se stesso con sforzo, già l’ogiva del portale ingresso della cattedrale gotica costituisce, di per sé, lo strumento per l’evoluzione razionale dell’uomo e per il conseguimento di una maggiore pienezza di sé stesso. L’ogiva del portale fa quel “lavoro” che viene continuato in via automatica all’interno del tempio. L’ogiva resuscita l’uomo al quale viene risvegliata la coscienza in senso cosmico.

Le vetrate

Il problema della luce, da sempre critico per quanto riguarda gli edifici sacri, nella cattedrale venne risolto coniugando l'aspetto funzionale con quello spirituale dell'illuminazione. Il tema della luce non si esaurisce in quello dell'illuminazione. La luce, infatti, è il contrario dell'ombra, e già per i filosofi pitagorici chiaro  e scuro costituiscono la prima delle dieci coppie d’opposti che dominano il mondo. Per la cattedrale, i costruttori gotici vollero che la luce provenisse non solo dalla parte alta della navata centrale, ma anche lateralmente e ciò fu reso possibile dalla "smaterializzazione dei muri", con il ricorso delle vetrate.

Il rosone a Nord non è mai illuminato dal sole, quello a Sud prende luce a mezzogiorno, il rosone principale del Portale dei Re, volto a Ovest, riceve i raggi del sole al tramonto, cosicché nelle cattedrali gotiche si succedono i colori della Grande Opera alchemica, secondo un cammino che va dalle tenebre alla luce. Ed il giorno del Solstizio d'Estate un raggio di sole entra da un piccolo spazio vuoto nella vetrata di Saint Apollinaire e va a colpire una pietra bianca, incastrata di sbieco rispetto alle altre del pavimento

 Ma qual era il significato profondo che la luce aveva per i costruttori gotici e qual era il messaggio spirituale di cui l'hanno resa depositaria?

Goethe in proposito afferma:" Se l'occhio non fosse solare,/ come potremmo vedere la luce?/ Se non vivesse in noi la stessa forza di Dio,/ come potremmo entusiasmarci per il Divino?" (teoria dei colori)

Si è a lungo attribuito all'Oriente il merito di aver messo a disposizione dei costruttori occidentali, in seguito ai contatti determinatisi con le crociate, nuove tecniche di lavorazione del vetro; tuttavia, i maestri vetrai delle cattedrali sfruttarono in un modo originale queste nuove tecniche acquisite: compongono delle figure, le fanno risaltare con sottolineature disegnate a pennello e sotto poste a cottura, le incastonano e le sorreggono in un reticolo di piombo che conferisce all'intera vetrata l'aspetto di un mosaico luminoso. Gli effetti cromatici realizzati con tale tecnica consentivano il diffondersi di una luminosità più calda e vibrante. Piccoli medaglioni in vetro multicolore, raffiguranti episodi della Bibbia e delle vite dei santi, erano solitamente inseriti nelle vetrate delle cappelle e delle navate laterali; sulle ampie vetrate nella parte superiore della navata erano invece rappresentate singole figure di grandi dimensioni, facilmente visibili dal basso. A cominciare dalla seconda metà del XIII secolo si affermò la tecnica della grisaille, che consentiva di disegnare motivi nelle sfumature del grigio su vetro bianco: questi pannelli erano spesso accostati ad altri colorati, che assunsero tuttavia gradualmente toni più chiari.

Durante il regno di Luigi IX (1226-1270) fiorì il cosiddetto gotico rayonnant; il termine deriva dai raggi di pietra che, diramandosi dal centro come in una ruota, caratterizzavano i grandi rosoni tipici dell’epoca. Peculiarità dello stile sono l’ulteriore riduzione della struttura in muratura delle chiese, l’ampliamento delle finestre e la sostituzione della parete del triforio con vetrate colorate; se le chiese del gotico maturo appaiono estremamente solide, quelle dello stile rayonnant danno invece in primo luogo un’impressione di luminosità, preziosità e raccoglimento.

Le vetrate delle finestre che risalgono al XIII secolo, sono tra le più belle del mondo, contengono 3889 figure. Nelle finestre superiori sono rappresentati S. Luigi, S. Ferdinando e la Regina Bianca di Castiglia. I portici e le finestre presentano la glorificazione di Maria.

 

Nell’evoluzione dell’architettura gotica l’ampliamento graduale delle vetrate non rispondeva alla necessità di conferire maggiore luminosità agli interni: di fatto, come dimostrano la Sainte-Chapelle e le cattedrali di Chartres e Bourges, la luce rimaneva piuttosto bassa e soffusa come nelle cattedrali romaniche. Le vetrate, riccamente decorate nelle tonalità prevalenti del rosso rubino e del blu scuro, diffondevano tuttavia una luminosità più calda e vibrante. Piccoli medaglioni in vetro multicolore, raffiguranti episodi della Bibbia e delle vite dei santi, erano solitamente inseriti nelle vetrate delle cappelle e delle navate laterali; sulle ampie vetrate nella parte superiore della navata erano invece rappresentate singole figure di grandi dimensioni, facilmente visibili dal basso. A cominciare dalla seconda metà del XIII secolo si affermò la tecnica della grisaille, che consentiva di disegnare motivi nelle sfumature del grigio su vetro bianco: questi pannelli erano spesso accostati ad altri colorati, che assunsero tuttavia gradualmente toni più chiari.

La spinta a portarsi il più possibile lontano dalla terra, che si prova non appena si congiungono le mani e si rivolge il pensiero a Dio, è qui amplificata dalla profusione di guglie e pilastri a costoloni, archi rampanti e immense vetrate aeree come trine policrome. Tanto grandi da far pensare al palazzo di cristallo, dove ogni cosa è luminosità e trasparenza, descritto nei romanzi cavallereschi che raccontano la ricerca del Sacro Graal. Così l’architettura della pietra si trasforma in architettura della luce, grazie a queste vetrate pullulanti di personaggi - sembra che ve ne siano raffigurati ben cinquemila, - il cui compito era di ricordare o insegnare le Sacre Scritture ai credenti; ma anche di esaltare, riproducendo episodi della vita quotidiana, la Natura come frutto della Creazione, la scienza, la storia dell’uomo e la morale, la perenne lotta tra il Bene e il Male che si conclude con la vittoria del primo.

 Nella Cattedrale si è realizzato un vero «catechismo di vetro» che occupa gran parte dei 2.500 metri quadrati delle vetrate di Chartres. Quarantacinque di esse, però, non a caso collocate lungo il deambulatorio, abbastanza in basso perché tutti i fedeli potessero «leggerle», parlano non di temi sacri, ma delle corporazioni di mestiere che presero parte alla costruzione della cattedrale. Potenti associazioni, gelosissime ciascuna delle proprie conoscenze tecniche ed esoteriche, che usavano un gergo criptico e si riunivano in loges (baracche), e nelle quali si era ammessi con un rito di iniziazione. Franc-maçons, franchi muratori o uomini liberi, erano chiamati i costruttori di cattedrali, organizzati in una ferrea gerarchia sotto la guida del «maestro», l’architetto, ingegnere e direttore dei lavori.

 Numeri e geometrie. Correlazione esoterica.

La Cattedrale che dalla Terra si protende verso il Cielo è il simbolo dell’unione fra Cielo e Terra, essa è il corrispondente terreno del tempio celeste. I maestri muratori avevano appreso le leggi dell’armonia che avrebbero trovato la loro espressione nelle “pietre parlanti” costituenti la struttura della cattedrale; questa, attraverso le sue sculture e la sua geometria ed attraverso i simboli in essa contenuti, si svela solo a colui il quale è riuscito a decriptare il libro sacro che il monumento incarna in quanto è riuscito a rovesciare il suo modo di ragionare e di pensare. La cattedrale gotica è un centro d’energia così come i templi dei faraoni in Egitto. Essa è uno strumento che catalizza l’energia cosmica ridistribuendola. In essa si riflette l’armonia del Cosmo dove tutto è fatto secondo numeri, pesi e misure. Infatti essa è costruita secondo la Divina Proporzione matematica, secondo il numero d’oro che è alla base della costituzione dell’uomo, delle piante, dei cristalli. La pianta della cattedrale è sempre a forma di croce; il braccio orizzontale corrisponde agli equinozi ed ai solstizi, il braccio verticale si riporta ad un simbolismo polare: l’asse che unisce i poli è in rapporto con il piano dell’equatore. Nel punto d’incrocio tra il verticale e l’orizzontale è posto l’uomo il quale è, così, al centro del cosmo, al centro del mondo, ma anche al centro del suo Essere. Non a caso è in questo punto che nelle cattedrali gotiche si situa l’altare maggiore.

Nell’architettura delle cattedrali gotiche si rispetta una particolarità: l’asse della navata non è il prolungamento esatto di quello del coro. La deviazione dell’asse rappresenta una sorta di “rottura” una frontiera invisibile fra due ordini di realtà diverse; la rottura fra la navata, luogo della conoscenza razionale, e il coro, luogo della conoscenza in assoluto. Come afferma Pitagora, la dissimmetria è vita; una dissimmetria creatrice che devia la linea diritta della ragione.

 

Esaminiamo ora l’orientamento della Cattedrale di Chartres rispetto ad altre cattedrali. Solitamente le cattedrali sono orientate con l’abside verso EST, ciò perché è il punto geografico dove sorge il Sole, quindi la luce, la vita; mentre l’OVEST, dove il Sole tramonta rappresenta l’oscurità e la morte. La cattedrale di Chartres, diversamente, ha l’abside orientata verso nord-est di più di 45°. L’unica spiegazione possibile è che segue il senso della corrente tellurica sulla quale è posta. La Terra, gira da OVEST verso EST ( per questo gli astri sembra che si spostino da EST ad OVEST). L’Etere, lo «Spiritus mundi» degli alchimisti sembrerebbe abbia, invece, un movimento contrario al nostro. L’uomo immerso in questo flusso, per una sua evoluzione deve lasciarsi trasportare da questa corrente che va da oriente ad occidente; e non a caso è la stessa direzione delle grandi migrazioni degli uomini.

Nella disposizione delle strutture architettoniche della cattedrale si fa riferimento, dunque, alle polarità, nelle quali s’identificano diversi stati dell’essere e quindi a NORD dove in apparenza vi è l’oscurità, si trova un portale ricco di simboli in rapporto con la via iniziatica; ad OVEST si trovano dei bassorilievi che rappresentano il giudizio universale ed a Sud vi è un grande rosone dal quale filtra la luce del Sole in tutta la sua forza. All’esterno i portali sono sormontati da un nartece (portico coperto dove sostavano i profani prima del battesimo).

Dall’alto delle torri, dicono gli iniziati, si vede il mondo intero. Nella cattedrale di Chartres la torre do nord-ovest rappresenta il Sole, il principio maschile, mentre quella di sud-ovest rappresenta la Luna, il principio femminile.

La navata, come esprime la parola, architettonicamente è una nave rovesciata, simbolo dell’Arca, dove s’imbarcano i saggi per viaggiare verso la luce. Il pavimento era in origine composto da piastrelle bianche e nere per evocare  la dualità del nostro mondo. Nel labirinto della cattedrale, altrimenti chiamato il “labirinto di Gerusalemme” , malgrado le apparenze è impossibile perdersi in quanto vi è un solo accesso ed un'unica via percorribile per arrivare al centro, del nostro essere. I rosoni, capolavori di arte vetraria, la cui immobilità è solo apparente perché, in realtà essi sono sempre in movimento ed in accordo con i cicli eterni, riflettono due essenziali movimentidel pensiero: il percorso dalla periferia al centro e viceversa.

 

  Come nel dolmen il tempio è a contatto con l’acqua del suo pozzo, che originalmente è a livello del coro d’ogni cattedrale. Con le sue guglie, la cattedrale s’immerge nelle correnti dell’atmosfera, nelle grandi “correnti” cosmiche. Essa raccoglie la luce, l’assorbe e la trasforma agendo come un vero e proprio Athanor [5] per realizzare una meravigliosa alchimia nell’uomo e la sua trasmutazione verso uno stadio superiore dell’Umanità. Vi è qualcosa di più nello stile gotico, oltre alle soluzioni tecniche ed architettoniche; nel gotico è insita la “formula” per la costruzione dei Templi nella loro funzione di vestiboli al Regno di Dio, e questo richiede una scienza più alta di quella dei calcoli di forze e resistenze. E’ necessaria una conoscenza delle leggi dei numeri, una conoscenza delle leggi della materia, una delle leggi dello spirito e, per agire sugli uomini, una conoscenza delle leggi filosofiche e psichiche. Chartres potrebbe essere quel «Libro d’oro» nel quale i saggi fecero includere il messaggio della scienza. All’origine della cattedrale vi è il luogo, dono della Terra. Poi vennero tre uomini. Il primo è l’ispirato da Dio. Egli proferisce la dedica, che in lingua sacra è come il riflesso del Verbo in questo luogo. Il secondo è il saggio. Egli risolve i Numeri, che sono dei rapporti, le lettere e le parole della consacrazione. Egli dà il Numero di questo luogo, che costituisce il rapporto tra il luogo e il mondo e che è la misura. Il terzo è il maestro di bottega. Per mezzo suo i numeri diventano rette e curve di materia, figure e proporzioni di pietra, pesi e slanci di ogive. Ai saggi: il verbo. Ai sapienti: il numero. Agli operai: l’Armonia risolta in materia. Raul Vergez, scrittore ed autore, come carpentiere, del restauro della maggior parte delle chiese in Normandia e Bretagna, dopo le devastazioni della battaglia del luglio 1944, citò l’enigma della pianta della cattedrale collegato al Santo Graal: “ Tre lastre hanno retto il Graal”. La pianta della cattedrale di Chartres è costituita da tre lastre: una lastra rotonda, una lastra quadrata, e una lastra rettangolare. Tutte e tre hanno la stessa superficie e il loro numero è: 21. La lastra rettangolare è quella dell’ultima Cena; la lastra mistica, cristiana, quella che deve sostenere l’altare. Il coro di Chartres è rettangolare.

 Il primo enigma da risolvere è quello del numero “21”. La soluzione è semplice: bisogna leggere non 21 ma 2 e 1. Si tratta di una lastra rettangolare di lunghezza doppia della larghezza. La proporzione 2 a 1 è quella dei Templi egizi e greci. Ma in esso sono contenute le proporzioni del Santo dei Santi del Tempio di Salomone (a lastra quadrata) e delle chiese a pianta centrale rotonda dei templari. In effetti, il rettangolo, di proporzioni 2/1 ha una diagonale uguale alla radice quadrata di cinque. Se a questa diagonale si aggiunge la larghezza del rettangolo e si divide questa nuova lunghezza per 2 si ottiene (radice quadrata di 5 + 1)/2=1,618 che è il Numero d’oro, limite della serie di Fibonacci. Un numero che è un termine di rapporto con l’unità: 1.618 x 1,618 = 2,618.

2,618 x 12/10 (intervallo musicale fra la gamma maggiore e la gamma minore) = 3,1416 = (TT). Il p-greco è la costante che permette di trovare il perimetro e la superficie di un cerchio di cui si conosce il diametro. La lastra rettangolare di proporzioni 2/1 contiene, quindi, la radice della trasformazione di una superficie angolare in una circolare; da qui deriva la possibilità di dedurre la superficie della lastra rotonda da quella della lastra rettangolare composta da due lastre quadrate. Si tratta della “quadratura del cerchio” realizzata sul piano della geometria di costruzione. Il poeta francese Charles Péguy così definisce la cattedrale di Chartres: “ E’ la pietra senza macchia, è la pietra senza peccato, la preghiera più alta che sia stata offerta e la ragione più forte che sia mai stata costruita; il profilo più alto verso il cielo”.

Nella misura in cui una persona si avvicina con amore a questa cattedrale, essa gli si rivela, “parla”. Essa è come un’astronave o “nave astrale” che trasporta a livelli superiori, è una porta del tempo.

 Due correnti religiose

Nella spiritualità della cattedrale di Chartres s’incontrano due correnti religiose: una cosiddetta pagana, e l’altra cristiana. Nell’ultima conferenza del sesto libro sui Nessi Karmici[6] tenuta a Londra il 27/08/1924, Rudolph Steiner vede in Chartres un riflesso del cristianesimo cosmico che si sposa con il cristianesimo storico ufficiale; egli dice: “Le due correnti si vanno incontro: l’una, che opera sulla natura, è rimasta nella corrente pagana e fa riferimento al Cristo pre-cristiano, Essere solare che viene presentato, prima del mistero del Golgota, da uomini quali i cavalieri della Tavola Rotonda. In direzione opposta gli va incontro il cristianesimo del Golgota, quello che procede attraverso il sangue, i cuori, le anime degli uomini. La prima corrente fu più tardi conosciuta come la corrente di Artù; l’altra come la corrente del Graal.” Steiner, nella sua conferenza, individua nell’anno 869, il periodo in cui avvenne l’incontro fra le due correnti religiose. In quell’anno, a Chartres la cattedrale fu distrutta da un incendio. L’edificio fu ricostruito ed il re di Francia Calvo il Calvo, donò, in quella occasione, alla cattedrale la “Santa Tunica” che, secondo la leggenda, sarebbe stata quella che la Madonna portava al momento della nascita di Gesù. Secondo altre versioni era quell’indossata al tempo dell’Annunciazione. La particolarità di questa reliquia è che non ha a che fare con la morte, ma con la nascita, con la Vergine che deve partorire, con la Virgo Pariturae. Le due correnti che s’incontrano a Chartres sono, quindi:

A)   La corrente di Artù, proveniente da Nord – Ovest che ha a che fare con il cristianesimo cosmico- solare, con  la natura- (paganesimo- macrocosmo)

B)   La corrente del Graal, proveniente da SUD-EST , (cristianesimo, storico - sangue- microcosmo).

Così continua Steiner: “ La scuola di Chartres è meravigliosamente situata nel mezzo, tra il principio nordico di Artù ed il principio Cristico meridionale. Le ombre del Castello di Artù e quello del Graal fnno agire gli invisibili impulsi soprasensibili nel comportamento e nello stato d’animo imperanti negli appassionati discepoli che vi si trovavano…”. Steiner parla dell’ombra del castello del Graal; sarebbe una rappresentazione del cristianesimo storico: il Logos, l’Essere solare che entra nel sangue di un uomo e quindi nella sua interiorità. Perché il Graal è la coppa del sangue di Cristo, quindi, l’uomo. Nella scuola di Chartres l’incontro fra il nord e il sud si ha anche con l’incontro fra due personaggi che hanno avuto un ruolo importante nella costruzione della chiesa di Chartres: Giovanni di Salisbury inglese (Salisbury è un paesino nei pressi di Stonehenge dovè c’erano insediamenti celtici) e Fulberto, proveniente dall’Italia, cioè da sud,  il quale da l’inizio ai lavori della chiesa e ne rende nota l’esistenza in tutta Europa. Fulberto che era un medico, musicista, costruttore  e teologo, fondò a Chartres una scuola neoplatonica che dal 1000 al 1200 ha irradiato della sua luce l’Europa. Fulberto insegnava con il sistema maieutico, vale a dire attraverso il dialogo, come un sapiente greco all’ora del Vespro (l’ora della declinatio). Gli allievi, nelle loro lettere, lo chiamavano il “Venerabile Socrate”. Fulberto poneva Platone al di sopra di tutti i pensatori dell’antichità.

 I cavalieri del Tempio

Lo stile gotico, inizia ad esprimersi dopo la prima crociata e, più precisamente, intorno al 1128 dopo il ritorno dalla Terra Santa dei primi nove cavalieri del Tempio. È a partire dal 1128, con il ritorno in Francia di Hugues Payns (qualche anno prima inviato insieme con altri otto cavalieri a Gerusalemme da Bernardo il Cistercense[7] che ha inizio lo sviluppo dello stile gotico.

Nell’anno 1118 nove cavalieri francesi, si presentarono al re di Gerusalemme Baldovino II al quale offrirono un servizio di protezione ai pellegrini cristiani costituendo una sorta di polizia delle strade infestate dai beduini che assalivano i viandanti per depredarli dei loro averi. Il Re li accolse alloggiandoli in un’ala del suo palazzo il Masjid el Aksa nel luogo in cui sorgeva il Tempio di Salomone. I cavalieri informarono il Patriarca della missione loro affidata e del loro desiderio di essere considerati «soldati di Cristo» e di vivere in modo monacale. Ricevuto il suo consenso, pronunciarono i voti di castità, di obbedienza e di non possesso di beni personali. Essi assunsero il nome di templari dall’area che fu loro assegnata per alloggiarvi. I nove cavalieri erano Hugues de Payns, (appartenente alla famiglia dei Conti di Champagne, che sarebbe diventato Gran Maestro dell’Ordine del Tempio), Bysol de Saint Omer, Andrè de Montbard zio di San Bernardo da Clairvaux, Archambaud de Saint Aignan, Gondemar, Rossal, Jacques de Montignac, Philippe de Bordeaux e Nivar de Montdidier. I nove sarebbero potuti entrare nell’Ordine degli Ospitalieri che svolgeva già un servizio di assistenza ai pellegrini. Peraltro essi non erano neppure crociati e non partecipavano alle azioni di guerra; ma entrarono sotto la tutela benevola del Re che offrì loro parte del suo palazzo facendo allontanare, nel contempo, i canonici dal Santo Sepolcro lasciando, così, tutto il Templum Salomonis ai nove cavalieri. Questi, per nove anni, rifiutarono ogni compagnia e mantennero una regola di semi laicità rimanendo sostanzialmente indipendenti sia dal Re che dal Patriarca di Gerusalemme. La salvaguardia delle strade, evidentemente, era un pretesto, un’operazione di facciata. Essi, in realtà erano in quanto incaricati di compiere una missione, senza dubbio su mandato di Bernard de Clairvaux, che rea una delle più affermate ed influenti autorità religiose del tempo. E’ intuibile che se ai nove cavalieri fu lasciata la piena disponibilità del Tempio vuol dire che quello era l’ambito di svolgimento della missione segreta loro affidata., la chiave dell’enigma. In effetti è molto plausibile che i cavalieri fossero lì per scoprire e portar via qualche reperto importante che si riteneva vi fosse nascosto. Infatti, essi provvidero a sgombrare le immense scuderie di Salomone che si trovavano sotto l’area del Tempio (le scuderie erano capaci di alloggiare più di duemila cavalli). Ma perché ci si era rivolti, per questa missione, a dei cavalieri che avesser, nel contempo, espresso voto di castità?  Perché ciò ce avrebbero dovuto portar via doveva essere qualcosa di particolarmente sacro ed importante per cui erano necessari uomini d’armi e puri d’animo e corpo. Quali oggetti così sacri e preziosi se non l’Arca dell’Alleanza e le Tavole della Legge? Le Tavole dell’equazione dell’Universo rappresentano la chiave per aver accesso alla conoscenza della grande Legge d’unità che regge i mondi e che consente di risalire dagli effetti alle cause e conseguentemente, di agire sui fenomeni che generano le cause. Mosè scrisse un commentario delle Tavole in lingua semitica ed in una scrittura criptica ottenuta mediante un sistema numerico che più tardi sarà chiamato Kabala ed introdusse nell’Arca anche un’unità di misura sotto la forma della Verga di Aronne, il bastone vivente.Sembra che Salomone, abbia composto un nuovo «commentario» alle Tavole della Legge, scritto anch’esso in termini criptici, che era allo stesso tempo il suo testamento di adepto, Il Cantico dei Cantici, considerato uno scritto di altissimo valore iniziatici; un canto d’amore dal contenuto ermetico. Il Tempio fu costruito grazie alla perizia del Re fenicio architetto Hiram-Abi il quale era capace di utilizzare la «vecchia misura» indicata nella Verga di Aronne. La tradizione iniziatica dei costruttori fenici arrivava dai costruttori dei Templi egiziani. Probabilmente furono loro che la tramandarono ai greci ed attraverso questi, giunse all’occidente medievale. I compagni costruttori di ponti e di chiese si riallacciano alla tradizione dei «figli di Abihiram» . Appena costruito il Tempio, Salomone fece mettere l’Arca nel Sancta Sanctorum che si trovava in una cripta sotto terra quasi fosse in letargo come la principessa sino a che non arrivi a svegliarla il principe azzurro. Ne Il Cantico dei Cantici Salomone scrive: “Non svegliate, oh! Non svegliate la Diletta che all’ora scelta da Lei. Nabucodonosor fece distruggere il Tempio di Salomone; ma non trovò l’Arca, forse perché non aveva scavato abbastanza. Si comincia a capire perché Etienne Harding, abate di Citeaux avesse impegnato, dalla conquista di Gerusalemme, tutta la sua abbazia allo studio dei testi ebraici con l’aiuto dei saggi rabbini dell’alta Borgogna. Il motivo è che i libri ebraici sono il trattato di lettura della “Pietra” e che i giudei sono i depositari di questo trattato. Mosè proveniva dall’Egitto ed era del Tempio; egli fu istruito in tutta la scienza dei Faraoni, una scienza alchemica, basata sulla legge divina, che è iscritta sui suoi monumenti. Nell’alfabeto ebraico ogni lettera ha un valore numerico; le parole formano numeri dall’addizione delle lettere. L’analisi e la comprensione profonda di tali connessioni numeriche svelano all’iniziato il piano stesso della Creazione. La Gabbala (KBL = rivelazione) è il testo che contiene i fondamenti della Gabbala alfabetica (simbolismo delle lettere) e della Gabbala numerica (simbolismo dei numeri). Le chiavi dei tarocchi sono le 22 lettere dell’alfabeto primitivo. I templari impiegavano una numerologia specifica nelle loro costruzioni, come i cistercensi, una geometria che si definisce «armonica». In seguito alla sua costituzione l’Ordine dei Templari divenne il più potente e ricco del Medioevo. Possedeva territori in tutta Europa, gestiva banche, commerci e finanziò l’erezione delle costosissime cattedrali gotiche.

Nell’anno 1128 un piccolo gruppo di cavalieri, provenienti da Gerusalemme, fa ritorno in Francia per recarsi al Concilio di Troyes, dove San Bernardo di Clairvaux fissa i preliminari della regola che s’impone all’Ordine del Tempio. Affermando che la missione dei cavalieri è stata portata a termine, egli dice: “…bene ha operato Damedieu (forse la Madonna?) con noi e il nostro Salvatore Gesù Cristo; che ha chiamato i suoi amici della Santa Città di Gerusalemme, nella Marca di Francia e di Borgogna…”. Cosa portarono con loro i cavalieri templari nelle terre del Conte di Champagne? Vi sono, nel portale Nord della cattedrale di Chartres, il portale «degli Iniziati» due colonnette scolpite in rilievo, delle quali una reca l’immagine del trasporto dell’Arca, per mezzo di una coppia di buoi con l’iscrizione Arca cederis (che significa: tu lavorerai per l’Arca); sull’altra è scolpita l’Arca che viene coperta da un uomo con un velo, attorno ad essa un ammasso di cadaveri tra i quali si nota un cavaliere in cotta di maglie.

                                                                          

 Bibliografia

Louis Charpentier – I Misteri della cattedrale di Chartres - Edizioni l’Età dell’Acquario

Rudolph Steiner - Considerazioni esoteriche sui nessi Karmici – Editrice Antroposofica Milano.


 Note

[1] La cattedrale Notre-Dame de Chartres, consacrata alla Vergine (Notre-Dame), sita a Chartres nel nordovest della Francia (a 95 Km a sud-ovest di Parigi), è il più celebre monumento di Chartres ed è considerata uno degli edifici religiosi più importanti del mondo ed uno dei più perfetti edifici gotici. Il fattore decisivo che la fa prevalere tra le altre cattedrali francesi è il suo buono stato di conservazione, specialmente delle sculture e delle vetrate.

La figura più importante nella storia di questa diocesi fu il vescovo Fulberto, teologo scolastico riconosciuto in tutta Europa, che cominciò nell'XI secolo la costruzione della cattedrale sull'area precedentemente occupata da un antico santuario pagano.

L'edificio costruito da Fulberto fu distrutto nel 1196 a causa di un incendio ed immediatamente si cominciarono i lavori di ricostruzione, che durarono circa 60 anni. L'aggiunta più importante è la torre a nordest, la Clocher Neuf, conclusa nel 1513.

L'interno, alto 37 m, si caratterizza per l'armonia e l'eleganza delle proporzioni. La facciata occidentale, chiamata Portale Reale, è particolarmente importante per una serie di sculture della metà del XII secolo; il portale principale contiene un magnifico rilievo di Gesù Cristo glorificato; quella del transetto meridionale (costruito negli anni 1224-1250) si organizza attorno a delle immagini del Nuovo Testamento riguardanti il Giudizio Universale, mentre il portale opposto, situato al lato nord, è dedicato all'Antico Testamento e alla venuta di Cristo ed è famoso per il gruppo scultoreo dedicato alla Creazione.

Questa cattedrale si riconosce facilmente a causa della grande differenza tra le sue due torri:

la torre sud è dotata di una base tipicamente gotica e sormontata da una guglia molto semplice;

la torre nord, costruita in epoca più tarda e di architettura più complessa.

[2] .I druidi sono stati gli annunciatori del cristianesimo. Nei “Misteri d’Ibernia”, essi avevano la visione di ciò che si sarebbe annunciato o che si stava compiendo in un’altra parte del mondo. L’annuncio del cristianesimo come religione cosmica. Il Cristo, l’Essere cosmico che pervade tutta la natura è il cuore di tutto il Cosmo.

[3] Goetico: secondo l’etimologia greca deriverebbe da goezia (magia)  dal greco goes (stregone). Goétis: sortilegio, un’arte di raggiro che si realizza nel passaggio dal lineare al curvo, da una geometria lineare terrestre ad una geometria curva, cosmica. E’, quindi, un’arte goetica.

[4]“ Cistercense”deriva da una località  nei pressi di Digione, detta Citeaux (in latino Cistercium, da qui il nome Cisterciensi

[5] Athanor è un termine usato in alchimia per designare un forno il cui calore serve ad eseguire la digestione alchemica. Dal greco thanatos (morte), la "a" privativa conferisce alla parola caratteristiche di immortalità e resurrezione.

L'Athanor è rappresentato in varie forme, da quella cubica o parallelepipeda a quella cilindrica. Esiste un'accurata descrizione dell'Athanor fatta da Giovanni di Rupescissa nel suo De confectione veri lapidis philosophorum.

Il Significato dell'Athanor non è però quello di un comune forno dove cuocere i metalli, "non è un forno della specie di quello dei chimici"; esso "di cui i filosofi hanno un gran segreto" altro non è che il corpo umano, dove avvengono realmente le 'combustioni'. Attraverso la forma del forno con i suoi involucri, piani e vari strati non si vuole dare altro che una metafora semplificata del complesso delle qualità mentali e fisiche dell'individuo, le trasformazioni delle quali lo condurranno al conseguimento della Pietra Filosofale.

Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Athanor"

[6] Considerazioni esoteriche sui nessi Karmici – Steiner- Editrice Antroposofica Milano.

[7] L’ordine dei monaci cistercensi era stato promosso nel 1098 da Roberto di Champagne, abate di Molesme in Borgogna.

      Pietro Francesco Cascino è il Vice presidente del Gruppo Teosofico “Ars Regia H.P.B." di  Milano

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