H.P.Blavatsky E LE SUE LETTERE: IL PERIODO FORMATIVO

Di: John Algeo

H.P.Blavatsky fu una scrittrice prolifica. Oltre alle sue due opere maggiori, Iside Svelata e La Dottrina Segreta, ognuna in due volumi, e ai suoi testi più brevi, La chiave della Teosofia e La voce del silenzio, le pubblicazioni periodiche e gli scritti vari in inglese e francese riempiono quattordici volumi, esclusi i suoi lavori in russo, ancora per la maggior parte non tradotti in inglese, a parte Dalle Caverne e dalle foreste dell’Hindostan e Il Durbar a Lahore. Ci sono anche trascrizioni dei suoi commenti negli Atti della Loggia Blavatsky. La quantità di pubblicazioni di HPB è imponente, specialmente se si considera che la maggior parte venne prodotta durante gli ultimi anni della sua vita quando era ormai malata cronica.

Insieme ai suoi scritti destinati alla pubblicazione, esiste una enorme quantità di corrispondenza privata che intratteneva con svariate persone: con la sua famiglia in Russia, con amici e conoscenti in America, Europa e India, scienziati e spiritualisti[1], giornalisti e generali, professori e predicatori. Tra i suoi corrispondenti si annoverano un filosofo russo, Alexander Aksakoff; un generale americano, Francis Lippitt; un professore alla Cornell University, Hiram Corson; uno studioso di platonismo, Alexander Wilder; un naturalista britannico che anticipò Darwin nella formulazione della teoria della selezione naturale, Alfred Wallace; e infine l’inventore della lampadina elettrica, del fonografo e di altre tecnologie, Thomas Edison. Scrisse le sue lettere in tre lingue: inglese, francese e russo (e qualche volta in un miscuglio di queste). Molta della sua corrispondenza, probabilmente la maggior parte, non esiste più, essendo stata distrutta o andata perduta. Ma ciò che rimane ci dà un ritratto diretto e intimo, del cuore e della mente della “Vecchia Signora”, come i suoi conoscenti più intimi amavano definirla. Persino della corrispondenza sopraggiunta a noi, non è rimasto più nulla di autografo, ovvero nella sua forma originale scritta da lei medesima, ma soltanto copie redatte da altri o in forma di pubblicazione, essendo gli originali scomparsi. Molte delle lettere copiate o pubblicate sono evidentemente inaccurate, alterate dal copista o dal curatore, qualche volta per caso ma altre volte deliberatamente per dimostrare il proprio punto di vista. Le lettere non autografe sono ovviamente di importanza e affidabilità minori, ma dato che sono le uniche sopravvissute, bisogna, in mancanza di meglio, accettarle come prova anche se imperfette, di ciò che scrisse.Quando non esistono originali ma parecchie copie fatte in tempi differenti da diverse persone, queste copie spesso differiscono le une dalle altre, a volte solo nei dettagli minori, a volte in concetti molto più importanti.

Una collezione completa della corrispondenza di HPB fu raccolta da Boris de Zirkoff, suo secondo cugino un tempo ripudiato, ma egli morì prima di aver completato la collezione o di aver pubblicato qualche parte di essa. De Zirkoff lasciò la sua biblioteca, le sue carte e scritti incompiuti alla Società Teosofica in America, dove tutt’oggi sono conservati. La sua collezione di manoscritti delle lettere di HPB si compone di parecchi grandi volumi. La Società Americana incaricò John Cooper, un australiano interessato alla storia della Teosofia, di completare la collezione e di curare la corrispondenza di HPB per la pubblicazione da parte della Theosophical Publishing House di Wheaton. Cooper pensò anche di utilizzare  un’edizione delle prime lettere per una sua tesi di laurea alla Sydney University. Purtroppo Cooper morì improvvisamente con il primo  libro delle lettere progettato solo in forma preliminare e non curata professionalmente.

Per completare il lavoro, assunsi la direzione editoriale assistito da mia moglie, Adele, e da una commissione costituita da Daniel Caldwell, Dara Eklund, Robert Ellwood, Joy Mills e Nicholas Weeks. Presto scoprimmo che i testi di molte lettere erano poco curati e concludemmo che un lettore avrebbe avuto bisogno di note e spiegazioni più complete per capire le lettere nel loro contesto storico. Divenne chiaro che si sarebbe reso necessario un apparato più completo e che il testo di ogni lettera avrebbe dovuto essere rivisto raffrontando la copia con l’originale o con la miglior versione esistente. Siccome HPB scrisse a persone di tutto il modo, ora le sue lettere sono sparse in tutto il mondo. Andare a vedere le prime versioni, per garantire l’accuratezza dei testi da pubblicare ne Le Lettere di H.P.Blavatsky, fu un pellegrinaggio intorno al mondo. Per dare un’ idea della vastità della ricerca, citerò qualcuno dei luoghi dove reperire le lettere della Vecchia Signora.

Gli archivi di Adyar sono i più ricchi depositi della corrispondenza di HPB. Oltre alla corrispondenza che va dai giorni della residenza di HPB ad Adyar, Annie Besant e altri riunirono più lettere che poterono e le lasciarono in custodia al Quartier Generale della Società Teosofica. Molte di queste sono però, oggi, in cattivo stato a causa dei danni subiti dal tempo. Si sta tentando ogni sforzo per poter conservarle in modo corretto, ma i danni precedenti sono indelebili.

Adele ed io abbiamo impiegato moltissimo tempo meditando sulla calligrafia che abbiamo riconosciuto essere di HPB, caratteristica ma a volte difficile da leggere. Abbiamo lavorato insieme cercando di capire se un certo ghirigoro fosse una ‘s’, una ‘a’ o semplicemente uno scarbocchio. Decifrare la scrittura di HPB sembra un po’ come fare un cruciverba. Stai su un certo pezzo di lettera per un paio d’ore e poi lo metti a parte per fare qualcosa d’altro per un momento. Quando ritorni all’enigma manoscritto ore o giorni più tardi, qualche volta il mistero si risolve e immediatamente scopri ciò che vuol dire. Altre volte, invece, l’enigma rimane tale e puoi solamente formulare delle ipotesi. Ma il lavoro resta affascinante e quando finalmente riesci a dare un senso ad un enigma ortografico, ti senti come se avessi passato un’iniziazione nei misteri esoterici di HPB.

Anche altri archivi comprendono lettere o copie di lettere di HPB. Tra questi quelle della Società Teosofica in America a Wheaton, Illinois; la Società Teosofica col quartier generale a Pasadena, California; la British Library; il College of Psychic Studies a Londra; il Thomas Edison National Historic Site a West Orange, New Jersey; la Grand Lodge of Freemasons a Freemason’s Hall a Londra; la Historical Society di Pennsylvania; la Philosophical Research Society a Los Angeles; la Kroch Library dela Cornell University a Utica, New York; la Society for Psychical Research alla Cambridge University Library; la Library of Congress a Washington, D.C; l’India Office Library (che contiene la corrispondenza del Political and Secret Foreign Service Office) alla British Library; e la HPB Library di Toronto.

Qualcuna delle lettere di HPB sopravvive soltanto come pubblicazione in vecchie riviste e giornali. Queste pubblicazioni, alcune delle quali ancora esistenti e altre no, sono varie. Comprendono periodici generici come Calcutta Review, Ceylon Times, The Hindu, New York Daily Graphic, New York Sun, New York World, Times of India. Altri sono giornali a carattere teosofico come Path (di Londra), Path (di New York), Theosophical Forum, Theosophical Nuggets, Theosophical Quarterly, Theosophic Isis, The Theosophist, Word. Altri ancora periodici specializzati: Banner of Light, Carrier Dove, Harbinger of Light, Human Nature, Link, Madras Christian College Magazine, Medium and Daybreak, Rebus, Spiritual Scientist.

Altre lettere sopravvivono solo come citazioni, intere o parziali, in vari libri. Tra questi Contribution à l’Histoire de la Société Théosophique en France di Charles Blech, Modern World Movements di Jirah Dewey Buck, Life Teachings of Swami Dayanand di Har Bilas Sarda, The Theosophical Society, Its Objects and Creeds di Arthur Theophilius, e Madame Blavatsky di K.F. Vania.

La caccia alla corispondenza di HPB è una ricerca e come tale non è mai completamente finita, poichè da qualche parte rimangono lettere non ancora scoperte. Non più tardi del 2002, comparve in un minuscolo libro della Bradford Lodge in Inghilterra, una lettera di HPB scritta nel 1889 e ce ne sono altre che senza dubbio aspettano solo di essere ritrovate. Ma la collezione delle sue lettere non è solo un passatempo o un’attività d’antiquariato. Le sue lettere personali sono interessanti per ciò che mostrano della sua personalità sfaccettata, delle idee che andava formandosi, delle sue esperienze interiori, della visione della propria missione, del modo in cui la Società Teosofica venne alla luce e si sviluppò nel corso degli anni, e infine di come noi lettori rispondiamo alle sue lettere.

Le lettere raccolte nel volume primo dell’edizione dei Collected Writings di HPB includono tutto ciò che c’è di conosciuto, scritto prima che lei e il Colonnello Olcott arrivasssero a Bombay nel 1879 per trasferire il centro dell’attività teosofica dall’America all’India. Per far vedere di cosa si tratta, ne includerò qualche stralcio scegliendone di diversi per mostrare la portata della sua corrispondenza.

La prima lettera di HPB di cui si ha traccia non ha data ma fu scritta ai suoi parenti presumibilmente intorno al 1863, quando aveva solo poco più di trent’anni. Viaggiava senza una meta precisa nella Georgia caucasica, specialmente in zone montagnose e selvagge, e sembra che qui abbia studiato con i maghi del posto, detti kudyani, e come risultato divenne conosciuta per i suoi poteri parapsicologici e di guaritrice che stava sviluppando. In questo periodo, ebbe un’esperienza di tipo sciamanico durante la quale condusse una “doppia vita”. Stava digiunando, aveva una leggera febbre, e entrò in uno stato meditativo vigile (come lei stessa in seguito commentò) “poichè non caddi mai in delirio”. Descrisse così questo stato in una lettera ai suoi parenti:

Ogni volta che venivo chiamata per nome, aprivo gli occhi quando sentivo ed ero me stessa, in ogni particolare. Non appena ero lasciata sola, ricadevo in questa mia solita condizione semi-sognante e ero qualcun altro... Se venivo interrotta durante una conversazione nell’ultimo stato che ho descritto, nel mezzo di una frase detta o da me o da qualcuno dei miei visitatori, invisibile ovviamente agli altri, poichè potevo vederli solo io, non facevo in tempo a chiudere gli occhi che la frase che era stata interrotta riprendeva da dove si era fermata. Quando ero sveglia e me stessa ricordavo bene chi ero nel secondo stato e cosa facevo. Quando ero qualcun altro, non avevo idea di chi fosse H.P.Blavatsky. Ero in un’ altra terra lontana, un’altra individualità, e non avevo alcun legame con la mia vita reale.

Questa esperienza o allenamento sembra sia proseguito per molti anni, durante i quali HPB aveva un controllo solo parziale delle sue capacità che andavano evolvendosi. Ma nel 1865 sopraggiunse una crisi che cambiò la sua vita. Come risultato delle sue esperienze nel Caucaso degli anni precedenti, i suoi poteri parapsicologici, che erano attivi in vari gradi fin dall’infanzia, aumentarono sotto il controllo della coscienza e la sua vita prese una nuova direzione. In una lettera più tarda datata 1° marzo 1882 al principe Dondukov-Korsakov, HPB scrisse: “tra la Blavatsky del 1845-1865 e la Blavatsky degli anni 1865-1882 c’è un abisso incolmabile”. Infine lasciò il Caucaso per recarsi in Italia nel 1865 per non tornarvi mai più. Esprimeva questo senso di libertà e di rilassamento in una lettera ai suoi parenti, probabilmente scritta nel periodo in cui lasciò il Caucaso: “Ora non sarò mai più soggetta alle influenze esterne. Le ultime vestigia della mia debolezza psicofisica se ne sono andate per non tornare mai più. ..Mi sento pulita e purificata da quella terribile attrazione degli spiriti erranti e delle entità eteriche verso di me. Sono libera, libera, grazie a Loro che io benedico ogni ora della mia vita”.

Nei cinque anni successivi, HPB viaggiò nell’Europa dell’Est e nel vicino Oriente. Vengono solitamente chiamati “gli anni velati” perchè sappiamo molto poco dei suoi spostamenti e delle sue attività durante questo periodo, ma sembra che abbia avuto contatti con i drusi e altri gruppi esoterici e mistici. Nel 1873 la si trova a Parigi in visita presso un cugino con l’intenzione di sistemarsi là. Inaspettatamente, però, ricevette una lettera dal suo maestro adepto che la voleva in America. Quando il suo maestro parlava, lei non esitava. Così, tempo due giorni, si imbarcò per New York dove arrivò il 7 luglio, circa un mese prima del suo quarantaduesimo compleanno, e dove era destino che iniziasse il suo lavoro esoterico pubblico.

I cinque anni e mezzo seguenti segnarono il periodo americano nella vita di HPB e la maggior parte delle sue lettere nel primo volume della sua corrispondenza risale a quel periodo. Un anno e tre mesi dopo lo sbarco a New York, HPB incontrava Henry Steel Olcott. Immediatamente strinsero (o, per meglio dire, rinnovarono dalle vite passate) un’amicizia che continuerà per tutto il resto della loro vita nella corrente incarnazione, e che sarebbe poi sfociata nella Società Teosofica.

Olcott e Blavatsky si incontrarono ad una seduta spiritica, e il suo primo articolo pubblicato desciveva il risultato di quell’esperienza. In verità, lo Spiritismo rivestiva una grande importanza nei progetti di HPB, visto che pensava che potesse essere un modo per dimostrare che: 1) i fenomeni spiritici genuini, e non spurii, mostravano le limitazioni della scienza materialista dei suoi giorni e che 2) i fenomeni non erano ciò che gli Spiritisti pensavano fossero. Molta della prima corrispondenza privata di HPB affronta lo Spiritismo, la sfida che rappresenta nei confronti della scienza, delle sue manie e fraintendimenti.

Fra i suoi corrispondenti di quel periodo abbiamo Louisa Andrews, una spiritista, ma la loro corrispondenza non fu limitata solo a questo soggetto. Louisa scrisse ad HPB di un uomo che la tormentava. La sua risposta fu chiaramente intesa a confortare la donna intimorita:

Stupidaggini! Milady- mia cara- sfido spiriti o mortali, dei o demoni a diventare pericolosi per me. Non sono mai stata controllata e mai lo sarò. Non conosco una sola intelligenza sulla terra che non si frantumi come vetro al solo contatto con la mia.

Il commento di Louisa Andrews ad una comune amica fu “Che donna!”. E infatti lo era.

HPB scrisse a sua sorella, Vera, probabilmente nel tardo 1875, riguardo all’effetto del materialismo e della falsa scienza sulla visione del mondo allora dominante:

L’umanità ha perso la fede e i grandi ideali; il materialismo e la pseudo- scienza li hanno uccisi. I bambini di questa epoca non hanno più fede; domandano prove, prove fondate su basi scientifiche, e le avranno. La Teosofia, l’origine di tutte le religioni umane, gliele darà.

Più o meno nello stesso periodo, HPB era occupata a scrivere il suo primo libro, Iside Svelata,  e ne scrisse a Vera:

Bene, Vera, che tu ci creda o no, su di me aleggia un incantesimo. Non riusciresti a immaginare in quale incantato mondo di immagini sto vivendo...Sto scrivendo Iside; non proprio scrivendo, ma piuttosto copiando e disegnando ciò che lei in persona mi mostra. In realtà, mi sembra che l’antica dea della bellezza in persona mi conduca attraverso tutte le terre dei secoli passati che devo descrivere. Siedo con gli occhi aperti e, in apparenza, vedo e sento ogni cosa vera e reale intorno a me; eppure, allo stesso tempo, vedo e sento ciò che scrivo. Ho il respiro corto; temo che facendo il più piccolo movimento l’incantesimo svanisca...Lentamente, secoli e secoli, immagini e immagini, appaiono fluttuando dal nulla e mi passano vicino come in un magico panorama; e mentre le metto insieme nella mia mente, datandoli nelle diverse epoche, so senza dubbio che non ci può essere errore...E’ ragionevole, non sono io che compio il tutto, ma il mio Ego, i principi più elevati che vivono in me; e anche in quel momento ho a fianco il mio Guru, il mio maestro, che mi aiuta.

La corrispondenza di HPB riflette la personalità di coloro ai quali scriveva e anche la sua. Tra coloro che erano presenti alla costituzione iniziale della Società Teosofica c’era un inglese, Charles C. Massey, avvocato venuto in America per indagare sui fenomeni spiritici di cui il Colonnello Olcott pubblicò vari articoli e un libro. HPB scrisse a Massey in uno stile sofisticato, mondano e allusivo ben differente dal solito. Riporto qualche estratto da una lettera del novembre 1876:

Salute Figlio dell’Occidente[2], adepto dell’Athenaeum, Profeta di Siviglia; possa la tua ombra mai diminuire ma abbagliare Elmo[3] con la sua luce inesauribile....Ora che il mio libro infernale è uscito dalle mie mani, il mio cuore brama il sostegno trans- Atlantico degli Apolloni giamblici e degli Ermetisti di Porfirio.  Stanno percorrendo con suole a prova di pietra e di fuoco l’accidentato cammino della verità, o stanno vagabondando per l’affascinante campo dei sensi e del piacere giovanile?

Di tutte le stupidaggini, l’ultima di Cora Tappan è la più grande. Hai letto la sua magistrale analisi sulla parola Occultismo? O del suo Simbolismo sulla madre, la lettera M e le religioni degli antichi? In verità, quella donna sembra essere affetta da Verbo-mania. Galoppa furiosamente tra le pagine dei dizionari afferrando aggettivi, nomi, e verbi con entrambe le mani mentre passa e se ne riempie la bocca. E’ una perfetta Niagara di stupidaggini spirituali....

La cremazione del vecchio Barone [de Palm] si terrà il prossimo mese, se non sopravverrà nulla. Deve essere un grazioso ragazzo, a guardarlo ora. I giornali cominciano già a suonare le campane, e quando la cosa avverrà vedrai l’eccitamento più vivo che questo paese abbia mai prodotto: ho intenzione di farmi cremare in pubblico con lui (o con ciò che ne rimane, poichè ormai si è trasformato in un brodo di Barone) e di resuscitare ancora come l’araba fenice.

Iside Svelata fu pubblicata nel 1877, e HPB ne spedì una copia ai suoi parenti, con qualche trepidazione, perchè la zia ( appena un po’ più vecchia di lei) era una devota cristiana ortodossa russa. Parecchie lettere a questa zia (che era più una sorella) lottano nel tentativo di comunicare il punto di vista religioso di HPB, per esempio nel passaggio seguente:

Sbagli, amica mia, a dire che dò solo “un occhiata” a  Cristo, ma in realtà anelo al Buddha. Io guardo dritto negli occhi di Cristo, come in quelli Gautama il Buddha. Che uno sia vissuto venticinque secoli fa e l’altro diciannove, per me non fa la più piccola differenza. Vedo in loro lo stesso Spirito Divino... nè Cristo, nè il Buddha, nè il Krisnha indù hanno mai predicato alcun dogma.

Verso la fine di questo periodo, molta della corrispondenza di HPB fu con persone dell’India, paese che stava preparandosi a raggiungere, e quella corrispondenza riguarda questo importante cambiamento nella sua vita. Lei e il Colonnello Olcott salparono da New York alla fine del 1878. si fermarono per un breve periodo in Inghilterra e nel gennaio 1879, poco prima di imbarcarsi a Liverpool per Bombay, HPB scrisse alla sorella Vera, mandando qualche fotografia scattata in Inghilterra. Questa è l’ultima lettera del primo volume della sua corrispondenza:

Parto per l’India. Solo la Provvidenza sa quale futuro ha in serbo per noi. Queste fotografie potrebbero essere le ultime. Non dimenticare la tua sorella orfana, ora nel vero senso della parola.

Addio. Partiamo da Liverpool il 18. Possano le potenze invisibili proteggerci tutti!

Ti scriverò da Bombay, se mai ci arriverò.

Elena.

Questa corrispondenza, nella sua interezza, della quale qui abbiamo incluso solo qualche frammento, dipinge una donna straordinaria, impegnata in una ricerca straordinaria: portare la Saggezza senza tempo al mondo moderno. Non era una santa, ma si dedicò alla missione con devozione. Aveva poteri straordinari ma non reclamò alcun privilegio per sè. Era, alternativamente, tenera e brillante, premurosa e maliziosa, si indignava davanti alle frodi e si ispirava nella sua ricerca di verità. Come uno dei suoi maestri scrisse di lei, non era perfetta, ma era ciò che di meglio c’era a disposizione. E le lettere che ha scritto la mostrano in tutti questi aspetti.

Tratto da “The Theosophist” (gennaio 2004, pp. 151-157)

Traduzione di Fabrizio Ferretti.


[1] Nel testo spiritualist: ha il doppio significato di spiritista e spiritualista (N.d.T)

[2] Nel testo “Hail Son of the West, -(End),...”ovvero “Salute Figlio dell’Occidente (o del West End, la zona più elegante di Londra dove presumibilmente l’avvocato in questione viveva). Un gioco di parole difficilmente traducibile.

[3] Sic.

Tratto da:

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